di Antonio Gaspari
ROMA, mercoledì, 4 luglio 2012 (ZENIT.org).- “Il ponte dottrinale fra la formazione seminaristica e la formazione permanente non può che essere costituito dal Magistero che guida la Chiesa” e “nessun educatore, può arbitrariamente presumere di essere al di sopra del Magistero, intuendo prima, meglio e più di esso, le reali esigenze della Chiesa di Cristo!”
Lo ha detto il cardinale Card. Mauro Piacenza intervenendo ieri, martedì 3 luglio, alla XXII edizione del corso internazionale di formatori per Seminari, che si sta svolgendo a Roma al Pontificio Collegio Internazionale Maria Mater Ecclesiae.
Direttore del Corso è Padre Ector Guerra L.C. I partecipanti alle precedenti edizioni sono un totale di 1490 sacerdoti provenienti da 96 paesi e 672 diocesi.
In questa XXII edizione i partecipanti sono 56, provenienti da 33 Paesi e 53 diocesi.
Dopo aver fatto un analisi della situazione di “emergenza educativa” in cui si trova il mondo, il Prefetto della Congregazione del Clero ha spiegato che “la stessa missione educativa della Chiesa deve continuamente essere rinvigorita, rafforzata e rilanciata da questa autentica passione per l’uomo; passione, che, come dice l’etimologia del termine passio, è innanzitutto condivisione partecipata della medesima condizione di “domanda di significato”.
Per comprendere l’umano e per dare ragioni alla piena umanizzazione, il porporato ha proposto l’incontro con Gesù Cristo, che Benedetto XVI ha indicato nella Deus caritas est, come:“Incontro con un Avvenimento, una Persona” (n. 1).
Secondo il cardinale Piacenza “È possibile dunque affermare che la risposta a ciò che l’uomo è, che non è dentro di lui, si è resa incontrabile, ci è venuta incontro, si è rivelata in quello che era l’ambito più prossimo all’uomo: l’uomo stesso”.
Il Prefetto del Clero ha sottolineato che “tale incontro tra l’umanità, come domanda, e l’Avvenimento di Cristo, come risposta, costituisce la possibilità di ogni formazione autentica”.
“L’Avvenimento dell’incontro con Cristo è il primo fattore educativo, – ha continuato – proprio perché educa a stare in quella posizione di grato stupore, tipica del senso religioso, che costituisce l’essenza dell’uomo di fronte a Dio”.
“Ciò che Cristo vive per natura, noi possiamo vivere per grazia” ha aggiunto, perchè “il percepire se stessi alla Presenza del Mistero permette all’umano di vivere secondo l’alta Vocazione alla quale il Creatore lo ha chiamato: essere immagine e somiglianza di Dio”.
“A nessuno sfugga – ha concluso il cardinale Piacenza – come tale “immagine e somiglianza” abbia in Gesù Cristo il proprio unico modello”.
* per il testo integrale del card. Piacenza, si può cliccare sul seguente link: http://www.zenit.org/article-31542?l=italian