"La vocazione politica non ha allontanato Oswaldo Payá dalla sua fede"

Il cardinale Ortega ha presieduto i funerali del dissidente cubano e ha letto il messaggio di cordoglio del Papa

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ROMA, mercoledì, 25 luglio 2012 (ZENIT.org) – L’arcivescovo di San Cristóbal dell’Avana (Cuba), il cardinale Jaime Lucas Ortega y Alamino, ha ricordato la sua amicizia con il dissidente e leader del Movimiento Cristiano Liberación (MCL), Oswaldo Payá Sardiñas, dicendo che si trattava di un “buon cristiano”, la cui opzione politica era sempre inspirata dalla sua fede cattolica.

Payá, insignito nel 2002 dal Parlamento Europeo del Premio Sakharov per la libertà di pensiero, è deceduto domenica scorsa in seguito ad un incidente stradale, la cui dinamica è ancora da chiarire, mentre era in viaggio dall’Avana alla città di Bayamo, nella provincia di Granma, nel sud-est dell’isola.

“Oswaldo aveva una chiara vocazione politica e questa, come ogni buon cristiano, non l’ha allontanato dalla fede né dalla sua pratica religiosa. Al contrario, nella sua fede cristiana, cercava sempre ispirazione per la sua opzione politica”, ha dichiarato il porporato durante i funerali celebrati nella parrocchia di El Salvador del Mundo, nel quartiere di El Cerro, nella capitale L’Avana.

Il cardinale Ortega ha detto che “Oswaldo ha vissuto il ruolo straziante di essere un laico cristiano con una opzione politica in totale fedeltà alle sue idee, pur rimanendo fedele alla Chiesa fino alla fine della sua vita (…). La sua fede e il suo amore per la Chiesa erano costanti”.

Durante l’Eucaristia, alla quale hanno partecipato centinaia di persone, il cardinale ha anche letto il messaggio di cordoglio inviato da Benedetto XVI, che ha espresso la sua “vicinanza spirituale” alla famiglia di Payá. Il Pontefice ha augurato anche il “totale recupero” delle persone rimaste ferite nell’incidente stradale di domenica, in cui ha trovato la morte anche un altro membro del MCL, Harold Cepero Escalante.

“Papa Benedetto XVI la prega di far pervenire ai familiari delle vittime le sue più sentite condoglianze e la sua vicinanza spirituale, e allo stesso tempo supplica l’Onnipotente per il totale recupero delle persone ferite”, ha letto il cardinale.

Dopo il rito funebre, familiari, amici, membri e simpatizzanti del MCL hanno accompagnato il feretro di Oswaldo Payá Sardiñas al Cementerio Colón de L’Avana, dove il dissidente è stato seppellito.

Dissidenti ed ex prigionieri politici hanno però denunciato su Twitter il dispiegamento delle forze di sicurezza intorno alla chiesa.

“Ci sono circa 200 effettivi militarizzati in camion delle famigerate ‘Brigate di azione rapida’ a circa 100 metri dalla chiesa”, ha scritto sul suo account Twitter l’ex prigioniero politico Iván Hernández Carrillo.

In una dichiarazione rilasciata lunedì all’agenzia ACI Prensa, il presidente della Conferenza Episcopale Cubana, monsignor Dionisio Guillermo García Ibáñez, arcivescovo di Santiago de Cuba, ha definito Payá “una persona molto impegnata, un cristiano fedele”.

Monsignor García ha detto inoltre di aver conosciuto Payá sempre “come molto impegnato nella sua parrocchia di El Cerro”. “Poi sono stato con lui nell’ENEC (Encuentro Nacional Eclesial Cubano). È sempre stato una persona molto impegnata, sia lui che la sua famiglia, suo padre, suo fratello”, ha detto.

Anche l’arcivescovo di Miami, monsignor Thomas Gerard Wenski, si è espresso sulla morte del dissidente ed attivista. “Cuba e il mondo piangono Oswaldo Payá. La morte inaspettata e tragica di questo attivista dei diritti umani è senza dubbio un duro colpo e una batosta per la piccola società civile di Cuba”, ha detto il presule statunitense.

Tuttavia, “il suo esempio e il suo coraggio continueranno ad ispirare le persone sia dentro che fuori dell’isola che lavorano e lottano per una transizione pacifica, ma reale, ad una forma democratica di governo, nella quale i diritti umani e il rispetto per la legge siano tutelati”, ha preseguito monsignor Wenski, che ha definito Payá “un patriota e un laicato cattolico impegnato”.

“La sua visione di Cuba era basata tanto sugli insegnamenti sociali cattolici quanto sul pensiero di Félix Varela e di José Martí. Come uomo di fede cristiana non aveva paura di dare testimonianza della speranza nella carità e nella verità”, ha aggiunto, facendo riferimento rispettivamente al Servo di Dio e all’eroe nazionale cubano.

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ZENIT Staff

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