La visita a Caserta "è nata dal cuore del Papa"

Il vescovo della città campana, mons. D’Alise, è convinto che la presenza del Santo Padre a Caserta esprime “l’itinerario apostolico che sta portando avanti: andare nelle periferie”

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La Diocesi di Caserta attende con trepidazione la visita di papa Francesco nella città campana, dove sarà sabato pomeriggio. Visita che mons. Giovanni D’Alise, vescovo di Caserta, considera un “dono”. Nel corso di un’intervista rilasciata all’Agenzia Sir, il presule ha detto che si tratta di “una visita del tutto speciale perché non ha le caratteristiche di una visita lungamente preparata. È nata dal cuore del Papa in un dialogo nel quale mi ha detto che avrebbe partecipato alla festa della patrona, Sant’Anna”. Mons. D’Alise confida di essere rimasto colpito “in modo particolare” e crede inoltre “che abbia colpito anche i casertani, perché circolavano tante notizie che creavano confusione. Alla fine è stato bello perché è una visita insperata”.

Secondo il vescovo di Caserta la visita del Papa costituisce “un’attenzione per una città e una diocesi, che non sempre sono state valorizzate per quello che sono. Anche a livello di società civile, Caserta è sempre stata vista come il fanalino di coda nelle classifiche delle province italiane”. Venendo a Caserta, dunque, il Papa “esprime esattamente l’itinerario apostolico che sta portando avanti: l’andare nelle periferie” e “valorizzarle”.

Il territorio casertano è stato negli ultimi anni al centro delle cronache nazionali per via delle problematiche inerenti all’inquinamento delle falde acquifere. “La realtà che più ci colpisce adesso è la cosiddetta Terra dei fuochi che era, un tempo, la parte centrale della Campania Felix – spiega mons. D’Alise – Purtroppo tutto questo è stato rovinato dal sotterramento di rifiuti tossici e ciò ha causato tante morti”. Il vescovo analizza poi il problema della disoccupazione, “che toglie il respiro e la speranza ai giovani”.

Degrado, ma non solo. Mons. D’Alise spiega che “ci sono tante persone che hanno voglia di ricominciare e partecipare attivamente a una risurrezione di questo territorio. C’è tanta voglia di fare: dobbiamo pregare il Signore di mandarci persone illuminate che sappiano guidare questo desiderio di risorgere a una vita sociale più responsabile, tenendo conto che siamo in una terra dove sono radicati alcuni clan camorristici”.

Il vescovo si dice infine sicuro che “l’incontro ‘sconcertante’ con Papa Francesco, che, ovunque è andato, ha dato dimostrazione di questa sua sincerità e spontaneità, resterà nel cuore delle persone, segnandole positivamente”.

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ZENIT Staff

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