Il Pontificio Consiglio Cor Unum “rende noto che sin dal mese di giugno sono in atto programmi di assistenza umanitaria per i profughi”. Il Dicastero che si occupa di coordinare le azioni umanitarie della Santa Sede precisa così il suo impegno, che segue all’appello alla pace del Santo Padre e all’invio del Suo Rappresentante il card. Fernando Filoni presso le popolazioni irachene.
“Tali programmi – si legge ancora nella nota del Cor Unum – sono stati avviati dalla Chiesa locale, in particolare tramite Caritas Iraq ed hanno raggiunto almeno 4.000 famiglie”. A questi programmi della Chiesa locale il Pontificio Consiglio sottolinea che “si sono associati alcuni organismi nazionali della famiglia Caritas, sotto il coordinamento di Caritas Internationalis”. Si ricorda inoltre che “altri organismi internazionali cattolici hanno approntato propri programmi di aiuto”.
Il Cor Unum spiega poi che sia il Santo Padre sia il Patriarca di Babilonia dei Caldei, Sua Beatitudine Louis Raphael I Sako – con il quale è in contatto diretto il Presidente del Dicastero – hanno contribuito “tramite Cor Unum a questa attività di soccorso con una prima donazione”.
Attualmente l’azione umanitaria svolta dagli organismi cattolici si sta concentrando in particolare su tre aree: “il soccorso di urgenza con derrate alimentari e kit sanitari; l’educazione ai ragazzi; il sostegno psicologico”. Sono in corso studi e visite sul posto – conclude il comunicato – “al fine di predisporre un piano organico di assistenza da parte della Chiesa cattolica nel prossimo futuro, in stretto concerto con il Patriarcato di Babilonia dei Caldei e con la Caritas locale”.