Nessun legame tra il viaggio di Papa Francesco in Corea del Sud e il lancio dei razzi nel mar del Giappone. Lo ha dichiarato nei giorni scorsi lo stesso regime nordcoreano attraverso l’agenzia statale KCN, sottolineando che i lanci di razzi a corta gittata effettuati giovedì scorso sono stati lanciati per celebrare la ricorrenza dell’indipendenza della Corea. Nessun segnale di avvertimento o di minaccia, dunque, come ipotizzato da molti; anzi i tre missili erano guidati dallo stesso Kim Jong-un.
In una nota, l’agenzia spiega infatti che “in occasione del 69° anniversario della liberazione della Corea (dall’Impero Giapponese) ha avuto luogo il collaudo di potenti razzi tattici sotto la supervisione e la direzione del maresciallo Kim Jong-un”, pochi minuti prima che Francesco atterrasse a Seoul.
Qualche ora dopo, il regime ha condotto altri due lanci dalla provincia di Wonsan. Seoul tuttavia ha criticato il gesto della Corea del Nord “nel giorno in cui il Papa portava a Seoul un messaggio di pace e riconciliazione”, esortando il regime di Kim Jong-un a “porre fine a provocazioni irresponsabili”.
Interrogato dai giornalisti sulla vicenda, anche padre Federico Lombardi ha escluso il collegamento tra la visita del Papa e i lanci dei razzi, che – ha detto – “non rappresentano qualcosa di eccezionale”.