Nel giorno della Messa di Papa Francesco dedicata all’unità delle due “Coree”, l’arcivescovo di Seoul, il cardinale Andrew Yeom Soo-jung, anche Amministratore Apostolico di Pyongyang, ha installato nella cattedrale di Myeong-dong un simbolo di pace e riconciliazione. Si tratta di una statua di Nostra Signora di Fatima, nel classico atteggiamento orante, con le mani giunte.
A Lei è dedicata la cattedrale della capitale della Corea del Nord. Maria viene presa a simbolo di comunione di un’unica “Nazione” divisa in due Stati, essendo la cattedrale di Seoul dedicata, a sua volta, all’Immacolata Concezione. Questo riferimento rivela, sia la comune devozione mariana dei cattolici coreani, sia il periodo di costruzione delle due chiese.
La cattedrale di Seoul, infatti, fu consacrata pochi anni dopo le apparizioni di Lourdes, in concomitanza con la proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione di Maria. In essa fu consacrato anche il primo vescovo coreano, mons. Hoh Ginam.
Durante l’occupazione delle truppe di Pyonyang nel 1950, la cattedrale di Seoul offrì rifugio agli sfollati. La storia della Corea non è sempre stata facile e felice. Il Paese, nello scorso secolo, soffrì anche l’occupazione giapponese nel 1910 per affrancarsene solo 35 anni dopo.
Monumento delle crudeltà di quell’occupazione sono le donne, ormai anziane e alcune sulla sedia a rotelle. In gioventù vennero ridotte in schiavitù dai soldati giapponesi che ne abusavano sessualmente in modo sistematico. La Corea è ancora indignata per il trattamento inferto a queste sue figlie.
Una signora regala una spilletta di solidarietà al Papa che la appunta volentieri sulla talare. Lee Young Soo, una loro rappresentante, dichiara alla stampa: “Non sono riuscita a dormire da diversi giorni per l’emozione di dover partecipare a questa Santa Messa con il Papa”.
In tempi più recenti, ricordiamo poi il dramma dei soldati nordcoreani che disertavano e scappavano verso il Sud per sfuggire al regime comunista. Choi, uno di essi, spera che la visita del Papa riesca a fargli presto incontrare la famiglia lasciata al Nord. Oh, dichiara invece: “Il Papa è molto popolare nella nostra società. Stiamo facendo attenzione ad ogni parola che dice”. Tra i partecipanti alla Celebrazione Eucarestica ci sono anche dei seminaristi che fuggirono dal regime nordcoreano, poi diventati preti al Sud.
Tutte queste sofferenze sono state deposte ai piedi della statua di Nostra Signora di Fatima attraverso il simbolo di una corona di spine custodita in un cofanetto di plexiglass trasparente, confezionata con un pezzo di filo spinato preso dal recinto delle due frontiere.
Il Papa guarda commosso, si china verso la Madonna e prega per “la riconciliazione e l’armonia” così come è impresso in latino al centro della custodia di quella corona di spine.
E’ sicuramente per questo che, alla fine della preghiera dei fedeli, Francesco ha aggiunto spontaneamente l’intenzione per la buona riuscita della missione del suo Delegato in Iraq: il cardinale Filoni, Inviato del Papa in Medio Oriente, ora accanto ai cristiani perseguitati e alle minoranze che stanno soffrendo per le violenze dei fondamentalisti islamici. Francesco, attualizzatore del tema caro a San Giovanni Paolo II, crede che “non si può uccidere in nome di Dio”.
Dice quindi nella sua orazione a braccio: “Per il cardinale Fernando Filoni, che doveva essere fra noi ma non ha potuto venire perché e stato inviato dal Papa al popolo sofferente del Iraq, per aiutare ai perseguitati, ai spogliati, a tutte le minoranze religiose che soffrono in quella terra, perché il Signore sia vicino nella sua missione”.
Alla fine dell’Eucarestia utilizza il dono offertogli dal prete di una Chiesa di Rito Orientale per benedire i fedeli, stringendo il crocifisso tra le mani. Nella Madre dell’Unità e nel Cristo insieme professato, non è più tempo di conflitto e divisione nel mondo, ma occorre rimuovere i fili spianati e costruire ponti al posto dei muri partendo da noi stessi e da chi più ci è vicino.
Il cardinale Yeom Soo-jung ringrazia quindi con affetto il Santo Padre, il quale a sua volta saluta individualmente i Vescovi coreani, benedice la targa dedicata al nuovo edificio della Curia e offre un suo dono personale. Successivamente, Francesco scende nella cripta della Cattedrale dove sono conservate le reliquie di nove martiri, uccisi durante le persecuzioni del 1839 e del 1866. Lì si sofferma in preghiera per alcuni secondi, per poi trasferirsi in auto alla Base Aerea di Seoul per la cerimonia di congedo.