L'avanzata islamista sale sulle alture del Golan

Almeno 20 vittime a seguito di scontri tra esercito siriano e islamisti nel territorio storicamente conteso tra Siria e Israele. Intanto l’Onu chiede un embargo di armi in Siria

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Mentre regge la tregua sancita sulla Striscia di Gaza tra Hamas e Israele, a diversi chilometri più a nord, presso le alture del Golan, si registrano nuove tensioni che infiammano ulteriormente l’area mediorientale. L’avanzata degli islamisti, infatti, è arrivata sino all’altopiano storicamente conteso tra Siria e Israele, dove dal 1967 opera una missione speciale dei caschi blu dell’Onu. Non si è ancora capito se i miliziani fanno parte dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis) o del Fronte al Nusra.

Ciò che è stato confermato, invece, è che l’esercito siriano ha provato a ostacolare l’avanzata di questi guerriglieri: si parla di almeno 20 morti tra soldati di Damasco e miliziani. Nel corso degli scontri a fuoco vi è stato anche il ferimento di un militare di Israele colpito da pallottole vaganti. Episodio che ha generato uno scontro a fuoco che ha visto coinvolti gli eserciti siriano e israeliano. Nella notte intanto l’aviazione militare siriana ha condotto un’operazione alla frontiera con Israele bombardando alcune postazioni conquistate dagli islamisti.

Intanto la Commissione Onu d’inchiesta sulla Siria ha comunicato che l’Isis sta reclutando persino bambini di 10 anni. Questa, si legge nella relazione, è solo “una delle atrocità” commesse dal gruppo islamista. Nelle aree siriane controllate dallo Stato islamico si svolgono regolarmente esecuzioni, amputazioni e flagellazioni in piazza ogni venerdì e i civili, compresi i bambini, sono invitati ad assistere al macabro rituale. La Commissione Onu rivolge infine un nuovo appello alla comunità internazionale perche “imponga un embargo sulle armi in Siria”, affermando che alcuni Stati – di cui non viene fatto il nome – continuano a rifornire il governo, mentre altri Stati, organizzazioni e individui sostengono i gruppi armati islamisti.

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ZENIT Staff

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