I temi etici sembrano esser tornati ad appassionare il consesso politico-istituzionale. Mentre da un lato si gettano ponti obliqui sui quali far correre le istanze di alcuni gruppi omosessuali, dall’altro si risponde con alleanze fondate sulla tutela della famiglia e del diritto naturale. È della scorsa settimana il “Patto del Nazareno”, sancito dalla forzista Mara Carfagna (recentemente nominata dal suo partito responsabile di un Dipartimento dei diritti civili) e da Ivan Scalfarotto, relatore del ddl anti-omofobia. A questa embrionale coalizione gay-friendly tra esponenti di Forza Italia e Partito Democratico, replica il “Patto di Santa Chiara”, stipulato dalla parlamentare Eugenia Roccella (Ncd) e da Mario Adinolfi (ex deputato e co-fondatore del Pd).
Con tale Patto, che prende il nome dal luogo nel quale don Luigi Sturzo nel 1919 lanciò l’appello “ai liberi e forti” da cui nacque il popolarismo italiano, i due si impegnano a rappresentare, “nella vasta area che si riconosce nell’attuale governo, la cultura della vita e della famiglia”. Impegno che, se letto alla luce delle frenesie progressiste che invadono pure partiti un tempo considerati baluardo dei valori tradizionali, può apparire anacronistico se non persino impopolare.
Non la pensa così Eugenia Roccella, la quale, intervistata da ZENIT, distingue due tipi di “popolarità”. C’è una popolarità – spiega – che consiste “nella capacità di impatto sui mezzi di comunicazione e sulle elite”. E c’è poi una popolarità che corrisponde invece al reale “consenso popolare”. Ebbene, l’espressione di quest’ultimo è stata fotografata poco tempo fa dal Censis, che ha pubblicato un sondaggio dal quale emerge per esempio che “l’eterologa è approvata da una fetta minoritaria del Paese, il 40%”, che “alle nozze gay è favorevole non più del 35% degli italiani”, che “la diagnosi pre-impianto, addirittura, non arriva a convincere oltre il 30%” degli intervistati”.
Cifre che lasciano intravedere la filigrana del supporto popolare al “Patto di Santa Chiara”. Del resto, osserva la Roccella, “nel panorama europeo l’Italia è il Paese in cui si registrano più famiglie unite, meno divorzi, meno aborti tra le minorenni, meno diffusione della contraccezione chimica. È ciò che Giovanni Paolo II definiva ‘eccezione italiana’, la quale affonda le radici in una consolidata tradizione cristiana”.
Tradizione a cui Forza Italia “ha voltato le spalle”, commenta la Roccella. L’attuale parlamentare Ncd, ex deputata azzurra nonché autrice nel 1997 di un libro dal titolo La leadership di Berlusconi, ricorda amaramente che Forza Italia – quel partito che ai tempi del ‘caso Englaro’ “portò la difesa della vita fino ai massimi livelli di conflitto istituzionale” – si è oggi “appiattito a sinistra su quegli stessi temi, pur di rincorrere alleanze con il Pd”.
Un “tradimento della propria storia e della fiducia di milioni di elettori”, quello di Forza Italia, che secondo la Roccella non testimonia però il superamento della contrapposizione destra-sinistra sui temi etici. Anche se, riconosce l’ex sottosegretaria alla Salute, “va salutata con favore la sempre più diffusa attenzione di alcuni settori della sinistra nei confronti della questione antropologica”.
È in uno di questi settori che si colloca Adinolfi, il cui piglio “battagliero” lo fa essere attualmente uno dei “più convinti sostenitori del diritto alla vita” nell’ambito civile e politico. È intorno alle argomentazioni di personalità come Adinolfi che la sinistra deve oggi interrogarsi – suggerisce la Roccella – per produrre una posizione condivisa “sulle nuove forme di sfruttamento della donna come l’utero in affitto o la vendita di ovociti”. Quella sinistra “ambientalista” che “difende la natura del pomodoro dall’Ogm – osserva la parlamentare – ritiene forse naturale che un bambino abbia fino a sei genitori di cui quattro biologici e due sociali?”.
Domande come questa, malgrado una maggior presa di coscienza rispetto al passato, restano tuttavia ancora inevase. Pertanto l’attuale maggioranza di governo, che vede il Nuovo Centrodestra alleato del Pd, rischia sempre di “inciampare” sui temi etici. La Roccella sottolinea che “è la prima volta nella storia repubblicana che i cattolici sono in minoranza sia in Parlamento sia al Senato”. Ragion per cui ritiene la presenza del Ncd nel governo “un’ancora fondamentale” – alla quale si lega ora il “Patto di Santa Chiara” – per non veder degradata in omologazione quella “eccezione italiana” evidentemente cara a Giovanni Paolo II.