Unioni civili, "mai come in Germania"

Dopo l’annuncio di Renzi di voler seguire il “modello tedesco”, il Ncd insorge e chiede al presidente, piuttosto che occuparsi di unioni civili, di “sostenere le famiglie”

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L’intervista rilasciata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi all’Avvenire domenica scorsa riaccende il dibattito sulle unioni civili. Renzi ha dichiarato che “il Ddl Cirinnà sarà superato perché in questo campo vedremo una proposta ad hoc del governo, che è pronto a prendere una sua iniziativa”. Iniziativa non celere come invece si annunciava l’approvazione del testo della Cirinnà, il quale – secondo il quotidiano l’Unità – sarebbe stato varato dall’Esecutivo a settembre. Il presidente ha infatti spiegato che “i diritti civili stanno in un pacchetto che parte dalle riforme costituzionali”.

Solo quando il Parlamento “avrà terminato di votare” queste riforme – stando a quanto ha riferito Renzi – si comincerà a parlare di unioni civili. Il presidente del Consiglio ha poi dichiarato che si tratterà di una “corretta rappresentazione delle civil partnership, sul modello tedesco”. La legge tedesca, introdotta già nel 2001 e rivolta alle sole coppie omosessuali, consente loro di assumere un cognome comune, di avere benefici contributivi ed assistenziali e di adottare i figli naturali e adottivi di uno dei due componenti.

Aspetti che, a parere della firmataria del Ddl appena accantonato da Renzi, Monica Cirinnà, non rendono dissimile il suo testo dal progetto del Governo. “E poi – commenta – credo che, vista l’esperienza passata con Dico e Pacs, che erano iniziative governative, sia preferibile lasciare la materia al Parlamento”. La deputata del Pd auspica quindi che la discussione a settembre del suo testo vi sia, per “non buttare il lavoro fatto fino ad ora”.

Non sono dello stesso avviso gli esponenti di un altro partito della maggioranza, il Nuovo Centrodestra. Sempre dalle colonne di Avvenire, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, definisce la proposta della Cirinnà “irricevibile” e sul modello tedesco annuncia che “non se ne parla, il premier dovrà capire. In Italia non ci sarà mai un matrimonio per coppie omosessuali”.

Lupi ribadisce la posizione del Ncd, che è contro “matrimoni-fotocopia”, e darebbe la propria disponibilità a votare una legge sulle unioni civili a patto che vengano rispettati alcuni paletti: “Il contratto matrimoniale, riconosciuto dalla Costituzione – spiega Lupi – è solo quello tra uomo e donna; da ciò discendono la possibilità di adozione solo per marito e moglie e la reversibilità della pensione”. Paletto ritenuto “importante”, quest’ultimo, “perché concorre a riconoscere la funzione sociale della famiglia”. Ed è proprio “sostenere le famiglie”, secondo il ministro, “la cosa più urgente da fare” per il governo.

Il concetto espresso da Lupi fa eco alle parole pronunciate da Barbara Saltamartini, portavoce nazionale di Ncd: “La famiglia è una, quella naturale tra un uomo e una donna e fondata sul matrimonio, come sancisce la Costituzione”. Pertanto la Saltamartini dichiara che “non ammetteremo derive verso nozze gay o adozioni da parte di persone dello stesso sesso”.

“Derive” che il suo collega di partito, il senatore Carlo Giovanardi, prova a intercettare così: “Ho chiesto in Commissione la sospensione del dibattito sul testo delle Unioni civili, proposto dalla relatrice Monica Cirinnà”. Sospensione che il senatore del Ncd ritiene “obbligata” dopo che il presidente del Consiglio “ha annunciato sul quotidiano della Cei Avvenire la presentazione in settembre di un disegno di legge governativo sulla stessa materia”.

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Federico Cenci

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