È morto ieri nella sua casa di Manhattan, a ottantadue anni, Mario Cuomo. Fu tre volte governatore dello Stato di New York, dal 1983 al 1994, diventando il primo italo-americano a rivestire questo ruolo.
Appartenente al Partito democratico, Cuomo era un cattolico e liberale. Nota la sua ferma opposizione alla pena di morte, così come le sue aperture all’aborto. Per due volte i vertici del suo partito provarono a convincerlo a candidarsi alla Casa Bianca: nel 1988 contro George H.W.Bush e nel 1992 contro Bill Clinton, senza successo, in entrambi i casi non senza indecisioni. Per questo, fu soprannominato l’Amleto di Hudson.
“New York ha perso un gigante”, ha commentato il sindaco di New York, Bill de Blasio. Il presidente statunitense Barack Obama lo ha definito un “campione determinato di valori progressisti, una voce risoluta per la tolleranza, l’inclusività, l’equità, la dignità e l’opportunità”.
La sua prima campagna elettorale per diventare sindaco fu senza esclusione di colpi. Lo dimostra uno sei suoi slogan elettorali, che lo contrapponevano al rivale Ed Koch, noto difensore delle istanze Lgbt: “Vote for Cuomo, not the Homo”.