Tor Bella Monaca attende la visita del Papa

Domenica prossima, 8 marzo, il Pontefice visiterà la parrocchia di Santa Maria Madre del Redentore, nella periferia est di Roma. Il parroco: “C’è un’atmosfera elettrica e ricca di curiosità”

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Domenica 8 marzo 2015 papa Francesco visiterà la parrocchia di Santa Maria Madre del Redentore (via Duilio Cambellotti, 18) a Tor Bella Monaca, nella periferia est della Capitale. L’arrivo del Pontefice è previsto alle 15.45 presso il Centro Caritas Santa Giovanna Antida (via dell’Archeologia, 159), guidato dalla comunità delle Suore di Carità di Santa Giovanna Antida Thouret, luogo natale dell’attuale parrocchia. Qui incontrerà i malati e i portatori di handicap e poi si muoverà alla volta della chiesa parrocchiale, attraversando via dell’Archeologia, la strada principale del quartiere. All’arrivo in parrocchia è previsto un breve incontro con i giovani e i collaboratori. Quindi il Papa incontrerà un gruppo di sei famiglie disagiate e confesserà tre fedeli. Intorno alle 18 celebrerà la Messa che potrà essere seguita anche all’esterno della chiesa grazie ai due maxischermi che saranno allestiti sul piazzale e sul sagrato della chiesa. Tra i concelebranti, oltre al cardinale vicario Agostino Vallini, al vescovo Giuseppe Marciante, ausiliare per il settore Est della diocesi, e al parroco don De Franco, ci saranno gli altri sacerdoti della parrocchia, i vicari don Giulio Barbieri e don Anthony Galea, e i collaboratori don Ihab Alrachid e don Oscar Alexander Vinchá Rincón, insieme ai parroci delle dodici parrocchie che compongono la XVII prefettura di cui Santa Maria Madre del Redentore fa parte.

Rispetto alla visita che la comunità si appresta ad accogliere domenica pomeriggio “c’è un’atmosfera elettrica e ricca di curiosità”, ammette il parroco, don Francesco De Franco, qui da due anni e mezzo. Il quartiere di Tor Bella Monaca conta circa 40mila abitanti. “È una comunità con tante difficoltà legate all’ambiente che incide sulla realtà e sul modo in cui la parrocchia si pone – spiega don Francesco -. Abbiamo un alto numero di persone agli arresti domiciliari e che hanno avuto esperienze carcerarie. Aiutiamo le famiglie com’è possibile. Mensilmente, distribuiamo 400 pacchi di viveri alimentari. Abbiamo due centri diurni che, ad oggi, accolgono 15 ragazzi delle elementari e 12 delle medie: li andiamo a prendere a scuola, li aiutiamo nei compiti e poi li coinvolgiamo nelle attività ludico-ricreative della parrocchia. Cenano qui da noi e poi la sera tornano a casa. Spesso, soprattutto per le famiglie che vivono momenti di forte difficoltà economica – aggiunge il parroco – contribuiamo al pagamento delle utenze domestiche, delle bollette e grazie a un accordo con la farmacia del quartiere sosteniamo chi ha bisogno di medicine”. Una comunità molto attiva che comprende anche cinque comunità neocatecumenali, un gruppo scout e uno a sostegno degli alcolisti.

Chi conosce bene la storia del quartiere e della parrocchia è suor Anna Maria Tucceri, dell’ordine di Santa Giovanna Antida, responsabile del centro Caritas: “Siamo arrivate qui nel 1987 – racconta –  per rispondere agli appelli della Chiesa locale che invitava le congregazioni religiose a nuovi inserimenti nella periferia di Roma, considerata da Giovanni Paolo II ‘terra di missione e evangelizzazione’. All’epoca, c’erano diverse realtà disagiate che non riuscivano a convivere. Ora è diverso, c’è una grande collaborazione. Il nostro centro Caritas – continua – all’inizio distribuiva solo viveri e indumenti. Poi si è arricchito ed ora possiamo contare su tante attività che vanno dalla sartoria, al corso di yoga, al servizio a domicilio per i malati ai gruppi di ballo e poi il centro di ascolto e il Caf”. Inoltre a movimentare la vita della parrocchia c’è anche la polisportiva gestita dai laici salesiani: “Abbiamo circa 200 tra ragazzi e ragazze dai 4 ai 15 anni – racconta il responsabile, Massimo Marchese – che si dividono tra i tornei del calcio a 5 e le sessioni di danza”. Non manca infine la parte culturale con l’associazione ‘Brigata dell’allegria’: “Ci dividiamo tra le classi musicali di chitarra e pianoforte, il coro e tre laboratori teatrali – dice Daniele Rossi, uno dei responsabili -. La cultura è la spina dorsale di una persona e a guidarci è la cultura cristiana”.

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ZENIT Staff

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