Nella sua consueta rubrica di liturgia, padre Edward McNamara LC, professore di Liturgia e Decano di Teologia presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, risponde questa settimana a una domanda di un lettore da Antigua e Barbuda.
L’anno scorso presi parte alla Messa Crismale. Il vescovo, iniziando l’omelia, disse che stava predicando “ex cathedra”. Può un vescovo affermare di predicare “ex cathedra”? — W.M., Antigua e Barbuda
La risposta corretta, mi pare, è sì e no. In altre parole, dipende da cosa si intenda con le parole “ex cathedra.”
La Messa Crismale, come la maggioranza delle celebrazioni più importanti in una diocesi, si tiene solitamente nella cattedrale. Il nome attribuito alla chiesa madre di una diocesi deriva dal fatto che ivi il vescovo ha la sua sede, dalla quale insegna come vescovo e pastore del gregge diocesano. La parola cathedra deriva dal termine greco per seggio (κάθεδρα), ed è entrata prima nel latino e successivamente nelle lingue moderne come il francese e l’inglese.
La cattedra (o trono) del vescovo simboleggia la sua funzione di insegnare con autorità. Da tempi remoti l’uso di un seggio, come reale o simbolica immagine di autorità, è stato largamente diffuso. Anche Gesù, in Matteo 23,2, parla degli scribi e farisei seduti sul seggio di Mosé (cathedra in greco), a significare la loro autorità nell’interpretare la Legge. Certamente egli raccomandò di non seguire il loro esempio, ma non negò la loro autorità all’interno della società ebraica dell’epoca.
Una simile derivazione si può trovare anche in alcune lingue romanze, originatasi dal fatto che nelle università medievali le lezioni venivano impartite da una sedia rialzata su una pedana. Perciò in spagnolo, un catedrático indica un professore ordinario di una università.
A causa di questa associazione con insegnamento autorevole si potrebbe dire, in termini generali, che quando un vescovo diocesano predica la fede dal suo trono episcopale, egli sta parlando ex cathedra.
Tuttavia c’è un altro – più tecnico e comunque più comune – uso del termine ex cathedra, il quale è prerogativa esclusiva del Papa. Nel 1870 il Concilio Vaticano I definì questa prerogativa particolare, che ovviamente era già esistente sin dalla nascita della Chiesa, nella sua costituzione Pastor Aeternus. Il documento dice:
“ […] proclamiamo e definiamo dogma rivelato da Dio che il Romano Pontefice, quando parla ex cathedra, cioè quando esercita il suo supremo ufficio di Pastore e di Dottore di tutti i cristiani, e in forza del suo supremo potere Apostolico definisce una dottrina circa la fede e i costumi, vincola tutta la Chiesa, per la divina assistenza a lui promessa nella persona del beato Pietro, gode di quell’infallibilità con cui il divino Redentore volle fosse corredata la sua Chiesa nel definire la dottrina intorno alla fede e ai costumi: pertanto tali definizioni del Romano Pontefice sono immutabili per se stesse, e non per il consenso della Chiesa. Se qualcuno quindi avrà la presunzione di opporsi a questa Nostra definizione, Dio non voglia!: sia anatema.”
In questo caso l’espressione ex cathedra è legata al magistero specifico del Vescovo di Roma come pastore universale e si applica solo in alcuni relativamente pochi casi, quando insegna o definisce autenticamente una verità che riguarda la fede o i costumi.
A causa di questo significato ben preciso del termine ex cathedra, la maggior parte dei vescovi eviterà di applicarlo a sé stessi, eccetto in un discorso in maniera molto generale o persino scherzosa. Infatti, il vescovo del nostro lettore probabilmente l’ha usato all’inizio della sua omelia in modo da attirare l’attenzione dei suoi ascoltatori, e non con l’intenzione di “usurpare” una prerogativa papale.
[Traduzione dall’inglese a cura di Maria Irene De Maeyer]
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I lettori possono inviare domande all’indirizzo liturgia.zenit@zenit.org. Si chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono.