TOKYO, venerdì, 28 ottobre 2011 (ZENIT.org) – “La persona di don Luigi Giussani per noi è indimenticabile; ricordiamo questi 25 anni di amicizia con grande ricchezza”. Così il professor e reverendo Shodo Habukawa, monaco buddista della Scuola Shingon, abate del monastero del Monte Koya, ha salutato le persone presenti, oltre un centinaio, al primo appuntamento del convegno di cinque giorni Tradizione e globalizzazione. Cristianesimo e Buddhismo di fronte alla sfida della modernità, inserito nella rassegna “Italia in Giappone”, presso la residenza dell’ Ambasciatore Vincenzo Petrone, che ha fatto gli onori di casa ospitando la serata inaugurale.
Al centro del primo incontro l’amicizia tra il Meeting di Rimini e i monaci del Monte Koya della Scuola Shingon. Una storia iniziata nel 1987 con l’incontro tra Shodo Habukawa e don Luigi Giussani, fondatore del movimento di Comunione e Liberazione, e proseguita attraverso diverse partecipazioni al Meeting del reverendo Habukawa, accompagnato da altri onorevoli membri della comunità del Monte Koya.
“Spesso ho sentito citare dal professor Habukawa – ha raccontato il presidente del Meeting, Emilia Guarnieri – un proverbio giapponese ‘quando si apre il fiore la farfalla arriva, ma nello stesso tempo quando la farfalla arriva si apre il fiore’. La realtà ha un ordine, tutto obbedisce a un disegno”.
“Con questo stesso proverbio –ha proseguito la professoressa Guarnieri – una volta Habukawa commentava l’incontro con don Giussani, apparentemente un caso ma che porta dentro di sé un disegno misterioso. Durante quell’incontro, un dialogo in cui si parlò di mistero, di senso religioso, di educazione, don Giussani invitò i monaci del Monte Koya a partecipare al Meeting per parlare della loro esperienza e in particolare del metodo educativo di Kobo Daishi, il fondatore del Buddismo Shingon”.
Ed è stato ancora Habukawa ad anticipare il tema della giornata di domani, collegandosi idealmente al tema del prossimo Meeting, ricordando un insegnamento di don Luigi Giussani: “Giussani ci ha insegnato sempre una frase: L’uomo cerca l’infinito”.
Presente alla serata anche il nuovo nunzio della Santa Sede in Giappone S.E.Mons. Joseph Chennoth che ha sottolineato l’opportunità di questo incontro proprio nella giornata di Assisi. Una serata all’insegna dell’incontro fra culture con i monaci della scuola Shingon che hanno eseguito per i presenti musiche e danze Gagaku.
Anche l’Italia è stata protagonista con il maestro Aoki che ha eseguito canzoni della musica napoletana, in onore di don Luigi Giussani e dell’amore per essa, condiviso dal prof. Habukawa. Tra note piene di malinconia si è chiuso questo primo momento che, per domani 29 ottobre, presso l’Istituto Italiano di Cultura, vede una serie di sessioni di lavoro per approfondire il dialogo tra cristianesimo e buddismo.
I lavori saranno aperti dagli indirizzi di saluto dell’Ambasciatore d’Italia Vincenzo Petrone, del direttore dell’Istituto Italiano di Cultura Umberto Donati, del presidente del Meeting Emilia Guarnieri, del reverendo prof. Shodo Habukawa della scuola Scuola Shingon e del reverendo e abate Ota della Scuola Zen Soto. Verrà letto anche un messaggio del presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione Julián Carrón.
Una prima conferenza avrà come tema Il senso religioso e il cuore dell’uomo con mons. Massimo Camisasca, fondatore della Fraternità sacerdotale San Carlo Borromeo e il prof. Shodo Habukawa, moderati dal prof. Silvio Vita, direttore della Scuola Italiana di Studi sull’Asia orientale di Kyoto.
Nel pomeriggio sul tema L’uomo di fronte alla realtà interverranno il prof. Giorgio Amitrano, dell’Università di Napoli “L’Orientale”, il prof. Costantino Esposito dell’Università di Bari, il rev. Eisho Yagi, abate del tempio Myojo-in e il dott. Franco Marcoaldi.