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Grande risonanza ha avuto sui mass media il riferimento agli spiriti celesti che il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto durante l’Angelus del 2 ottobre 2011. Ecco le testuali parole del Pontefice: “Cari amici, il Signore è sempre vicino e operante nella storia dell’umanità, e ci accompagna anche con la singolare presenza dei suoi Angeli, che oggi la Chiesa venera quali “Custodi”, cioè ministri della divina premura per ogni uomo. Dall’inizio fino all’ora della morte, la vita umana è circondata dalla loro incessante protezione. E gli Angeli fanno corona all’augusta regina Maria delle Vittorie, la Beata Vergine Maria del Rosario, che nella prima domenica di ottobre, proprio a quest’ora, dal Santuario di Pompei e dal mondo intero, accoglie la fervida Supplica, affinché sia sconfitto il male e si riveli, in pienezza, la bontà di Dio”.

Il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica edito nel 2005 sotto il pontificato di Benedetto XVI alla domanda Chi sono gli angeli? risponde al n° 60: “Gli angeli sono creature puramente spirituali, incorporee, invisibili e immortali, esseri spirituali dotati di intelligenza e di volontà. Essi, contemplando incessantemente Dio a faccia a faccia, Lo glorificano, Lo servono e sono i suoi messaggeri nel compimento della missione di salvezza per tutti gli uomini”. Sulle modalità della presenza degli spiriti celesti nella Chiesa, il Compendio, citando San Basilio Magno, che affermò che ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore, per condurlo alla vita, sottolinea che la Chiesa si unisce agli angeli per adorare Dio, invoca la loro assistenza e di alcuni celebra liturgicamente la memoria.

L’attuale papa Benedetto XVI, Il 2 ottobre 1977, parlando alla radio bavarese quand’era ancora cardinale, dopo aver ricordato che il 2 ottobre da circa trecento anni la Chiesa Cattolica celebra la festa dei Santi Angeli Custodi, disse che poche cose erano diventate estranee ai cristiani d’oggi quanto l’idea dell’Angelo custode. Poi aggiunse: “L’Antico Testamento dice dell’angelo al popolo di Israele: “Prestagli attenzione e ascoltare la sua voce” cioè devo farmi attento e sensibile a quest’idea divina che mi abbraccia e guida, e non devo contrapporle ostinatamente i miei desideri ed i miei umori del momento.

Di angeli custodi oggi non si parla più se non in qualche locuzione convenzionale. Lo stesso vale se si parla di protezione e si discute di come sia possibile proteggerci dai fenomeni inquietanti e dai pericoli della vita moderna. Parlare degli “Angeli” significa invece essere convinti che il mondo è dappertutto colmo dalla viva presenza di Dio e che questa presenza si rivolge a ciascun individuo, a ciascuno di noi come potenza che ci chiama e ci protegge.

Alla fine del corso degli esercizi spirituali per la Quaresima del 2007, il predicatore era stato l’arcivescovo emerito di Bologna, il cardinale Giacomo Biffi che si era a lungo soffermato sugli spiriti celesti e, al momento del ringraziamento, il Papa Benedetto XVI affermò: “Mi sono accorto che negli intarsi del mio inginocchiatoio è raffigurato il Cristo risorto, circondato da angeli che volano. Ho pensato che questi angeli possono volare perché non si trovano nella gravitazione delle cose materiali della terra, ma nella gravitazione dell’amore del Risorto; e che noi potremmo volare se uscissimo un po’ dalla gravitazione del materiale ed entrassimo nella gravitazione nuova dell’amore del Risorto”.

La prima domenica di Quaresima del 2009, all’Angelus il Papa tedesco ha sottolineato che nel vangelo di Marco si dice che “Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da satana” (Mc 1,12). Ma “di fronte a questa figura oscura e tenebrosa che osa tentare il Signore, appaiono gli angeli, figure luminose e misteriose”. Gli angeli, dice il Vangelo, “servivano” Gesù (Mc 1,13); essi sono il contrappunto di satana”. E dopo aver elencato la presenza degli angeli nell’Antico e nel Nuovo testamento, Benedetto XVI ha aggiunto: “Gli angeli servono Gesù, che è certamente superiore ad essi, e questa sua dignità viene qui, nel Vangelo, proclamata in modo chiaro, seppure discreto. Infatti anche nella situazione di estrema povertà e umiltà, quando è tentato da Satana, egli rimane il Figlio di Dio, il Messia, il Signore”. “Domandiamo loro – concluse il papa in quel primo marzo 2009 – in particolare quest’oggi, di vegliare su di me e sui collaboratori della Curia romana che in questo pomeriggio, come ogni anno, inizieremo la settimana di Esercizi spirituali. Maria, regina degli Angeli, prega per noi!”.