di Nieves San Martín
MANAGUA, lunedì, 10 ottobre 2011 (ZENIT.org).- In occasione delle elezioni del 6 novembre prossimo, i Vescovi del Nicaragua hanno scritto un messaggio con alcune riflessioni relative all’attuale processo elettorale.
L’obiettivo del testo è quello di “rafforzare con la fede la capacità riflessiva dei nicaraguensi e il loro sentimento di amore per la patria”, “illuminare questo momento storico” senza lasciarsi “trascinare acriticamente dalle figure di maggiore proiezione mediatica ma senza garanzia di stabilità futura né da proposte a breve termine, poco serie e difficili da realizzare”, e “motivare, nonostante le ombre che hanno caratterizzato questo processo elettorale, a esercitare il nostro diritto al voto”, “con serenità e intelligenza, senza perdere la fiducia nella forza della verità”.
La democrazia “non si limita all’atto elettorale”, ricordano i Vescovi, ribadendo “l’importanza dell’osservazione elettorale nazionale e straniera per assicurare credibilità al risultato delle elezioni e infondere fiducia nella popolazione”.
Quanto alle ombre che oscurano il processo elettorale, denunciano “lo scontento di innumerevoli nicaraguensi”, “l’intolleranza, il discredito reciproco e perfino episodi di violenza che hanno caratterizzato in alcuni momenti la campagna dei partiti politici” e “la sfiducia che esiste tra i cittadini nei confronti del potere elettorale”.
Questi fattori, indicano i Vescovi, “hanno creato un ambiente pieno di timore e di pregiudizi che mette in discussione il carattere di legalità, onestà e rispetto della volontà popolare”.
I Vescovi rivolgono quindi quattro esortazioni: chiedono ai cristiani scettici di partecipare alle elezioni, al Consiglio Supremo Elettorale di esercitare le sue funzioni con responsabilità e onestà, ai partiti politici e ai vari candidati di “presentare al popolo le loro proposte politiche con chiarezza e realismo, senza manipolare o usare la gente e nel contesto del rispetto reciproco”, ai sacerdoti di “assumere in questo momento come parte dell’opera di evangelizzazione la formazione della coscienza politica dei fedeli laici alla luce del Vangelo e della Dottrina Sociale della Chiesa” e di “non identificarsi con alcuna ideologia o partito politico”.
I presuli concludono quindi chiedendo di essere “convinti del potere della preghiera e dell’intercessione di Maria” e di portare avanti “la crociata del Santo Rosario che abbiamo iniziato da qualche tempo per la nostra patria e che in queste settimane arricchiamo con la preghiera per le elezioni” (cfr. ZENIT, 8 maggio 2011).
[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]