Entro nella chiesa parrocchiale e, attratto dal profondo silenzio, mi inginocchio per l’adorazione eucaristica. Gesù è esposto in un solenne ostensorio messo sul punto più alto dell’altare.
Dico a Gesù: “In ginocchio ti adoro e mi annullo per te, come tu hai fatto per me”. A rovinare quel clima sacro, vedo entrare un povero. Si siede accanto ad una signora inginocchiata in profonda preghiera. Comincia a parlarle, a gesticolare e a stendere la mano… Il parroco ha severamente proibito a chiunque di chiedere o di fare elemosina in chiesa, per non disturbare il rapporto liturgico con Gesù.
Ma quel povero non ci sente e continua a chiedere. Ha bisogno. Alla fine d’un estenuante dialogo…l’adoratrice si lascia disturbare, estrae il portafoglio per l’offerta meritandosi i rimbrotti minacciati da sempre.
Dopo matura riflessione, il parroco la chiama e le chiede scusa: “Forse con il tuo comportamento hai contravvenuto alle norme del silenzio liturgico, però hai fatto un’ottima adorazione.
Hai ascoltato Gesù sull’altare che ti insegna la vera adorazione: “Lasciami sull’altare e va prima a disturbarti per il prossimo che ha bisogno di te”.
Mi è gradita questa tua adorazione se la continui fuori chiesa: ti offro mille occasioni per strada, in famiglia, al lavoro per annullare il tuo io. Mentre ami concretamente il prossimo, tu vivi l’amore più grande e ti assicuro: “L’hai fatto a me”.
Ciao da p. Andrea
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