Mercoledì 18 marzo, all’Udienza Generale in piazza San Pietro, papa Francesco ha salutato con accenti riconoscenti un gruppo di medici dell’Associazione Sorridi Konou Konou Africa che subito dopo Pasqua torneranno in Africa, nel Benin, per prestare il loro prezioso servizio sanitario agli ammalati più gravi. E, come sempre, faranno tutto gratuitamente per amore di Dio ai fratelli africani in situazioni spesso al limite dell’esistenza.
In quest’occasione, ZENIT ha incontrato il prof. Enrico Di Salvo, docente ordinario di chirurgia generale alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II di Napoli, esperto in oncologia e chirurgia dei trapianti e presidente dell’Associazione Sorridi Konou Konou Africa Onlus.
Professore, quali sono le finalità dell’Associazione da lei presieduta?
L’Associazione Sorridi Konou Konou Africa Onlus si propone di perseguire esclusivamente finalità di solidarietà sociale in Africa in tutti quei settori che possono avvantaggiarsi di un migliorato sviluppo: assistenza sanitaria di prevenzione, diagnosi e cura, assistenza sociale riguardante la scuola primaria e secondaria, ricerca di base e applicata, artigianato e agricoltura. Ogni azione è improntata al rigoroso rispetto della cultura e delle tradizioni locali, nella consapevolezza della diversa efficienza organizzativa e tecnologica del sistema occidentale, senza occultare o dissimulare le criticità della stessa. Obiettivo principale della Associazione è di portare beneficenza, assistenza e soccorso a quanti vivono in condizioni disagiate e di emergenza e si rivolgono alle strutture ospedaliere ed assistenziali come l’Ospedale francescano di Zagnanado e l’Ospedale camilliano di Zinviè nel Benin.
Come è nata l’Associazione?
L’Associazione Sorridi Konou Konou Africa è stata istituita due anni fa ma i suoi fondatori sono operativi nei Paesi in via di sviluppo da venti anni. L’Associazione conta 166 Membri tra ordinari e sostenitori; è dotata di un Comitato di Eccellenza del quale fanno parte insigni personalità e di un Collegio di Probiviri. Finora l’attività è consistita nel potenziamento strutturale e strumentale dell’Ospedale Camilliano La Croix di Zinvié e di quello francescano di Zagnanado; in attività medica e chirurgica gratuita in loco nel campo della chirurgia generale ed oncologica, della oculistica, della nutrizione clinica, della infettivologia (all’attivo 16 missioni, la diciassettesima partirà subito dopo Pasqua); nella cura di pazienti beninesi in Italia, nel caso di impossibilità di trattamento in Bénin secondo la Convenzione, promossa dalla Associazione tra l’Università Federico II e quella di Abomey-Calavi in Bénin nell’ambito della quale vengono effettuati percorsi formativi per gli studenti universitari; nella costruzione di scuole, pozzi, orfanotrofi e invio semestrale di container con materiale sanitario, alimentare e per costruzioni.
Può tracciarci un bilancio delle missioni realizzate?
Le missioni sono state 14. Alle missioni hanno partecipato decine di volontari, in larghissima maggioranza medici e infermieri, con Elio Sica nel ruolo di coordinatore organizzativo generale e mio quale responsabile delle attività sanitarie. Tra i volontari molti giovani, in genere specializzandi nelle diverse discipline. Impossibile citarli tutti, ma vale la pena di ricordare i protagonisti delle ultime due spedizioni nelle quali l’organizzazione, oramai impegnata in sanità in due Ospedali e nel sociale su molteplici fronti, ha raggiunto un livello di entusiasmo che ha portato alla decisione di considerare superate esperienze in altre associazioni e di dar vita alla Sorridi Konou Konou Africa Onlus che vive nell’operosità, nella solidarietà attiva e costante e nella più assoluta trasparenza.
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Dopo l’Udienza del Santo Padre, i membri dell’Associazione sono stati accolti dal cardinale Robert Sarah, della Guinea Conakry, nominato recentemente da papa Francesco Prefetto della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti. Il Cardinale Sarah conosce l’Associazione e ha offerto una riflessione di profondo contenuto pastorale sul ruolo del medico cattolico nel mondo d’oggi così indifferente verso il dolore dei malati. Soprattutto ha colpito la sua puntualizzazione sui cristiani che oggi sono uccisi nei Paesi musulmani, sia in Medio Oriente che in Africa ma che vanno in chiesa pur sapendo di essere uccisi mentre i cristiani delle nostre zone, pur avendo sempre le chiese aperte e nessun pericolo di vita, in molti non entrano in chiesa!
Al termine dell’Udienza Pontificia e dell’incontro con il cardinale Sarah, ZENI ha chiesto ad alcuni presenti le loro impressioni. Tiziana e Corrado hanno detto: “Ritorniamo a casa pieni di amore ,di gioia e di speranza, colmi della grazia che il Signore ci ha donato.
Siamo stati colpiti dalle parole del Santo Padre, che ha parlato proprio dei bambini, un mondo che grazie al nostro piccolo Enrico di soli 15 mesi, abbiamo avuto il privilegio di scoprire e che stiamo imparando a conoscere… Facile pensare che i bambini sono dipendenti dai genitori, più difficile comprendere che ognuno è figlio e quindi bisognoso a sua volta di ricevere amore. Il Santo Padre ci ricorda che il Signore è sempre accanto a noi e non si stanca mai di offrirci il suo amore e il suo perdono, proprio come un padre con i suoi figli. L’incontro con il cardinale Robert Sarah ci ha colpito molto quando, riflettendo sul massacro dei cristiani a opera dei fondamentalisti islamici, ha evidenziato come la violenza non è solo fisica ma anche morale, quindi più pericolosa perché più subdola e tendente a creare nell’animo degli uomini nuovi idoli e bisogni, lontani e in contrasto con gli insegnanti del Vangelo…”.
Anna Serpico ha raccontato: “Il messaggio di Papa Francesco è stato particolarmente forte nel ribadire il ruolo di una Chiesa capace di dare dignità piena al vivere umano, partendo dal “seme” individuato dallo stesso Santo Padre nei bambini di tutto il mondo. Siamo stati fortemente impressionati anche dalla riflessione del cardinale Robert Sarah riguardo l’attuale strage di cristiani che si perpetra ovunque: ci sono persone che per entrare in chiesa vengono barbaramente uccisi ma continuano a farlo, fortemente, con fede. E, al contempo, è dolorosa la constatazione che noi, pur non avendo alcun impedimento, non ci rechiamo nelle nostre chiese!”.
Hana Dolezalova, radiologa della Clinica pediatrica del Policlinico Federico II di Napoli ha confessato: “Resterò sempre grata al Signore per avermi concesso l’occasione di stare vicino al nostro caro Papa Francesco, di poter respirare la pace e l’amore che lo circonda. È stato anche un bellissimo e fruttuoso l’incontro con il cardinale Robert Sarah che, da figlio della bella Africa, ci ha dato coraggio e ci ha ringraziato per le nostre prossime missioni sanitarie, e non solo, in Africa”.
Così mentre questi medici cristiani, coraggiosi e altruisti, tornano subito dopo Pasqua in Benin a curare gli ammalati più gravi, a salvare vite umane che in tante nazioni vengono crudelmente e criminalmente eliminate, in nome di una religione che è solo pretesto per la loro follia, noi li ringraziamo per la loro testimonianza di fede che diventa per tutti noi l’augurio più bello per la Pasqua di Resurrezione!
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Ogni altra informazione è ottenibile consultando il sito: www.sorridiafrica.org.