Le attenzioni della comunità internazionale sono rivolte alla Nigeria, dove è in corso lo spoglio dei voti per le elezioni presidenziali e parlamentari svoltesi sabato e domenica. Le previsioni offrono un testa a testa tra il People’s Democratica Party (Pdp), cui appartiene il presidente uscente Goodluck Jonathan, e l’All Progressive Congress (Apc), che sostiene il generale in pensione Mohammed Buhari.
I timori che le azioni di Boko Haram potessero disturbare la due giorni elettiva sembrano esser stati fugati dai fatti. Attentati dell’organizzazione terroristica si sono registrati in diverse località del Nord-Est del Paese, ma senza però intaccare il voto. “Nonostante gli attacchi condotti da Boko Haram in diverse località, per lo più rurali, del nord della Nigera, che hanno causato purtroppo diverse vittime, la setta islamista non è riuscita a impedire lo svolgimento delle elezione in gran parte della Nigeria”, ha detto all’agenzia Fides mons. Oliver Dashe Doeme, vescovo di Maiduguri, la capitale dello Stato di Borno, una delle aree nel nord della Nigeria più colpite dalle violenze degli islamisti.
Mons. Doeme svela una nota d’ottimismo. “Parlando in linea generale si può essere soddisfatti, perché le elezioni sono state libere e non sono state condizionate dalla violenza di Boko Haram. Questo è già un buon risultato”. Tuttavia, è ancora presto per avere un quadro definitivo. L’Associazione cristiana della Nigeria (Can), che raggruppa le principali confessioni cristiane del Paese, ha chiesto alle autorità di imporre il coprifuoco prima di procedere con la pubblicazione dei risultati.
“Le esperienze passate insegnano che le violenze scoppiano subito dopo l’annuncio dei risultati – ha dichiarato il Segretario della Can, reverendo Shuaibu Byel -, lasciamo calmare le acque facendo passare il tempo necessario”. Byel ha inoltre rilevato l’alta affluenza elettorale. “Un dato – ha osservato – che indica chiaramente come la sensibilità democratica stia pian piano arrivando alla maturità nel nostro Paese”.