Si svolgerà in due giorni anziché in uno, la visita di papa Francesco a Torino. Lo ha confermato l’arcivescovo del capoluogo piemontese, monsignor Cesare Nosiglia, intervenendo nel primo pomeriggio in Sala Stampa Vaticana, in occasione della presentazione dell’ostensione straordinaria della Sacra Sindone.
Per l’occasione, il presule ha annunciato una novità legata sia al Papa che alla contemporanea ostensione della Sindone: ogni offerta tributata dai pellegrini durante tutto il periodo dell’ostensione (19 aprile – 24 giugno), sarà consegnata al Santo Padre, il primo giorno della sua visita.
“Gli chiederemo di usarne, naturalmente – ha dichiarato l’arcivescovo – con la massima libertà, destinandole a un’opera, un progetto di sostegno per i poveri o i bisognosi. Ci farebbe molto piacere, è ovvio, se tale opera potesse ricordare la Sindone, il Santo Volto del Signore e dunque anche Torino. Ma è evidente che non vogliamo in nessun modo condizionare la decisione del Papa”.
La visita del Pontefice (vedi programma) avrà una forte caratterizzazione “giovanile”, avvenendo nell’anno del bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco. Al punto che sarà attivato un percorso, sulla stile di una “mini-gmg”, denominata l’Happening degli Oratori e dei giovani e prevista a Torino dal 19 al 21 giugno.
Secondo quanto riferito in conferenza stampa da don Luca Ramello, direttore della pastorale giovanile della diocesi di Torino, l’evento è “rivolto innanzitutto ai giovani e agli adolescenti di oratori, parrocchie, associazioni, congregazioni, movimenti, gruppi giovanili e, per la giornata di domenica, anche ai ragazzi e ai bambini”. Il coordinamento della tre-giorni è affidato all’organizzazione della Pastorale Giovanile diocesana e salesiana, secondo il progetto Turin For Young (www.turinforyoung.it).
La tre giorni sarà aperta venerdì 19 giugno, alle 18, presso il Santuario della Consolata, alla vigilia della solennità omonima, con la messa presieduta da monsignor Nosiglia. Per l’occasione sarà ospitata la Croce delle Giornate Mondiali della Gioventù, che giungerà direttamente da Cracovia, sede della GMG 2016.
Tra i momenti topici della visita spicca l’incontro del Santo Padre alla comunità valdese, con la quale – come ha ricordato Nosiglia – la chiesa torinese ha sempre avuto buoni rapporti e tiene incontri ecumenici dalla cadenza annuale. Questo evento, ha sottolineato l’arcivescovo, si pone come “un esempio di Chiesa in uscita” e, da parte cattolica, è un “passo significativo”, in considerazione dei “trascorsi burrascosi”.
Il presule ha poi confermato l’incontro tra il Santo Padre e alcuni suoi cugini (in totale, probabilmente, almeno una decina) del ramo dei Bergoglio rimasti in Piemonte.
“Il Papa – ha spiegato Nosiglia – ha sempre espresso il desiderio di venire a Torino e di incontrare i suoi familiari, e i suoi familiari hanno sempre espresso il desiderio di incontrare il Papa”.
Si è quindi concordato la data del 22 giugno, giorno in cui il Pontefice incontrerà privatamente i suoi parenti in Arcivescovado, celebrando messa in loro presenza e pranzando con loro. Il numero di parenti non è ancora noto, anche perché, ha scherzato l’arcivescovo, “adesso tutti dicono di essere parenti del Papa, e Bergoglio è un cognome diffuso”.
Rispondendo a una domanda di ZENIT sui risvolti sociali delle visite pastorali in Italia di Francesco, compresa quella di giugno a Torino (città ricca ma non meno delle altre afflitta dalla crisi economica e dalla disoccupazione), Nosiglia ha ricordato che la diocesi da lui guidata è stata la culla dei “santi sociali” (don Bosco, Cottolengo, Marello, Murialdo) ed il Santo Padre “vorrà dunque dare anche un’impronta di questo genere”.
Al tempo stesso nel programma della visita, il presule ha rilevato “anche un’impronta fortemente spirituale. Si è ‘sociali’ se si è santi”, ha sottolineato, ed il ‘sociale’ deve essere “supportato da una dimensione spirituale e da valori etici”.
La valenza sociale e quella spirituale del cristianesimo, quindi, sono “strettamente congiunte” e rappresentano un forte antidoto alla “società fondata sul profitto e sui soldi” e alla “assenza di etica e di bene comune” che sono alla base della crisi attuale.
Nello scenario di una città che “sta soffrendo ma non si rassegna”, una “parola autorevole come quella del Santo Padre”, secondo monsignor Nosiglia, potrà essere decisiva e rappresentare per tutti “il volano di una speranza non solo umana” e della certezza che “il male non è più forte del bene” e che “le situazioni difficili possono essere vinte”.