L'arte sacra e il Deposito della Fede

Un’impresa teologica

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Quando leggiamo il Magistero della Chiesa sulle questioni dell’arte sacra, troviamo indicazioni che ci dirigono verso la compiutezza della rappresentazione narrativa del deposito della Fede. In altre parole il soggetto che è al centro del fare artistico è il Credo, l’arte sacra è la poesia di un fedele che canta gloria a Dio, il coraggio di dire Cristo tutto intero senza perdere neppure una verità di fede.

Purtroppo, essendosi persa l’unità dei saperi ed essendo stata l’arte declassata ad un grado infimo della conoscenza, la concezione estetica si è spesso ridotta ad emozioni e luoghi pre-linguistici o a-linguistici, rigettando d’un balzo le acquisizioni potenti che il Cristianesimo ha inventato appositamente per essa. Una serie di studi tra i quali emergono quelli di H. Belting, di L. Shiner, di A. Danto e di Didi-Huberman, portati alle giuste conseguenze, consentirebbero di affermare che il Cristianesimo ha  inventato l’arte  così come l’abbiamo conosciuta finora, e che prima non esisteva, e che in un ipotetico “dopo” semplicemente non esisterebbe più, in quanto l’arte sarebbe arrivata solo con il Cristianesimo, dopo i pur complessi riti religiosi e politici dell’antichità, ed era già matura tra il XII e XIII secolo[1]. Il dubbio e il rovello dell’uomo moderno e post-moderno ha pian piano ricacciato nell’oscurità dello sciamanesimo l’azione artistica.

Alcuni teorici invece di rintracciare l’originario, cercano un archetipo dell’arte, e pensano di trovarlo nell’arte concettuale o nell’Arte Povera, e addirittura alcuni con questa forma legata a fenomeni gnostici tentano di produrre arte per la Liturgia, offendendo in questo modo il “sensus fidei” dei fedeli, imponendo  qualcosa che con il Cristianesimo non ha nulla a che fare, fraintendendo i mezzi e i compiti dell’arte sacra e adulterandone il fine ultimo che è lodare Dio e portare il cuore e la mente degli uomini a Dio.

Spesso si preferisce rappresentare il groviglio del processo riflessivo di alcune ricerche, confondendo questo con la Fede, come se questo fosse la parte più alta del pensare il profondo, quasi esibito, mostrato nello sforzo, come nel Beaubourg di Piano & Rogers del 1977, edificio in cui tutto è fuori, tutte le interiora sono esposte e nulla è dentro, solo uno spazio neutro senza alcuna identità per assumerla ogni volta che si entri in contatto con l’altro da sé.

L’arte si muove, come tutto il conoscere, come ha indicato magistralmente Leonardo da Vinci, nella penombra che non è pienezza di luce ma che ci permette comunque di vedere, conoscere e affermare; l’arte sacra ha il compito di affermare la Fede, rappresentando compiutamente  Gesù Cristo e la realtà da lui illuminata[2].

*

NOTE

[1] Cfr. R. Papa, Discorsi sull’arte sacra, Cantagalli, Siena 2012.

[2] Cfr. R. Papa, Papa Francesco e la missione dell’arte sacra, Cantagalli, Siena 2015 (in print).

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Rodolfo Papa

Rodolfo Papa è presidente dell'Accademia Urbana delle Arti / Sito internet: www.rodolfopapa.it ; Blog:http://rodolfopapa.blogspot.com ; e.mail: rodolfo_papa@infinito.it .

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