“La pace non si può ottenere se non viene tutelato il bene delle persone. È necessario avere la ferma determinazione di rispettare la dignità degli altri popoli e degli altri uomini”. Così il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, è intervenuto oggi, a Roma, all’incontro “Cattolici e sciiti. Responsabilità dei credenti in un mondo globale e plurale”.
L’evento – riferisce il Sir – è promosso dalla Comunità di Sant’Egidio e dall’Imam al-Khoei Foundation (Iraq), fondazione legata alla massima autorità religiosa dell’Islam sciita iracheno, il Grande Ayatollah Ali Sistani.
Per il cardinale “non esiste per un popolo un flagello peggiore della guerra”. Lo dimostra la situazione in Siria che, dopo cinque anni di conflitto, piange “215mila morti, 7 milioni di sfollati interni, 4 milioni di rifugiati nei Paesi confinanti”.
Davanti a queste cifre, è lecito chiedersi da dove tragga origine la guerra, ha evidenziato Tauran, spiegando che i motivi vanno ricercati soprattutto nelle “discriminazioni, nelle persecuzioni, nelle pulizie etniche, nei genocidi, anche culturali come quello portato avanti in Iraq dal sedicente Stato islamico”.
Grave, inoltre, secondo il cardinale, “l’incitamento alla violenza da parte dei leader religiosi, per esempio in Pakistan contro i cristiani sui quali spesso pende la falsa accusa di blasfemia”. Il ruolo dei religiosi deve essere anzi “quello di proteggere la pace”.
All’incontro hanno partecipato diversi rappresentanti della Chiesa cattolica e delle istituzioni sciite, tra cuiuna decina di dignitari religiosi sciiti di primo piano provenienti da Iran, Iraq, Libano, Arabia Saudita, Bahrein, Kuwait. Accanto ad essi, il cardinal Marx, presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunità europea, mons. Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, e altri rappresentanti cattolici di rilievo, che hanno discusso le tematiche del rapporto tra Stato e religione, del ruolo dei credenti nella società contemporanea e delle prospettive di dialogo e collaborazione per il futuro.