Spenti i riflettori, a Scampia si torna al quotidiano. Mario ha attraversato il portone della scuola assonnato ma sorridente. “È entrato nel nostro istituto all’età di 6 anni”, spiega Gabriella Panti, una delle educatrici del Centro don Guanella. “La famiglia vive nel quartiere. Grazie al progetto mascalzone latino il ragazzo pratica la vela e gareggia con una squadra. Una concreta possibilità di uscire dal ristretto ambito del suo quartiere, solcare nuovi orizzonti, ipotizzare altre prospettive”.
Dietro di lui si intravede Diego: “è con noi da 5 anni. Particolarmente irrequieto, in realtà tanto bisognoso di affetto, quello a lui negato dal padre. Ora frequenta l’istituto alberghiero e una volta a settimana cucina in istituto, con soddisfazione e plauso di tutti, per quei ragazzi che tanto gli somigliano”.
Con loro anche Maria. “Arrivata a nove anni non parlava con nessuno. Chiusa nel suo silenzio combatteva con i mostri della sofferenza vissuta”. Una via d’uscita? “Per lei è stato il ballo e ha iniziato a combatterli fino a ridurli e farli scomparire”.
Disagi, tanti, e altrettanti percorsi possibili, intuiti nell’ascolto quotidiano di chi si china e lascia spazio per ascoltare i sogni e progettarli insieme. “Lavoro presso il centro guanelliano da dieci anni”, sottolinea Gabriella.
“Uno dei principali problemi resta la relazione con le famiglie dei ragazzi, la difficoltà di condividere percorsi educativi. Abbiamo bisogno di supporto nelle scuole che spesso sono l’unica agenzia educativa presente, possibile gancio anche per un recupero delle famiglie stesse; di realtà sportive e culturali dove i ragazzi possano incontrarsi ed essere promossi nella loro dignità ed unicità”.
“Oggi come sempre al don Guanella viviamo il nostro quotidiano Giubileo della Misericordia – sottolinea don Enzo Bugea, direttore – quell’invito ad uscire dalle nostre sicurezze mossi da una autentica compassione per l’altro. In questo i ragazzi ci evangelizzano e chiedono a noi con forza, rinvigoriti dall’uragano Francesco, di trovare nuove sinergie e progettualità per far crescere la rete. Vogliamo rilanciare l’entusiasmo della visita invitando quanti possono, di qualunque città, a generare nuove alleanze, contribuire insieme a noi concretamente a migliorare gli spazi di vita di questi ragazzi, moltiplicare gli sforzi per offrire loro possibili occasioni formative – stage di lavoro, proposte culturali, particolari esperienze sportive che possano con adeguato supporto educativo contribuire a disinnescare il disagio e rigenerare l’aria, profumandola di speranza, quella che il Santo Padre ha regalato a noi tutti con la sua concreta vicinanza”.
Nato nel 1963 da una donazione dei coniugi Fernandes in memoria della figlia prematuramente scomparsa, il Centro Opera don Guanella di Napoli accoglie oggi 280 bambini e ragazzi dai 3 ai 16 anni, che usufruiscono del semiconvitto dopo la scuola. Tra le attività proposte sport, catechesi, musica, teatro. La struttura è aperta all’accoglienza di minori orfani, con disagio familiare, sociale e culturale. L’ammissione avviene su segnalazione dei servizi sociali territoriali, Dal 2014 sono stati attivato anche laboratori di formazione ai mestieri (parrucchiere, estetista, barman e pizzaiolo) per costruire con i giovani un futuro possibile nel mondo del lavoro.