Movimento per la Vita: Gianluigi Gigli eletto presidente

“Continueremo anche ad animare il dibattito culturale e politico, affinché sia riconosciuto il valore di tutto l’uomo e di ogni uomo”

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È Gian Luigi Gigli il nuovo presidente del Movimento per la vita. Lo ha nominato il nuovo consiglio direttivo che era a sua volta stato eletto dall’assemblea generale della domenica precedente. Carlo Casini, presidente uscente, che aveva scelto di non ricandidarsi, è stato nominato presidente onorario. 

Ed è proprio con un pensiero di gratitudine che si apre il discorso di insediamento di Gigli: «se, a quarant’anni dalla fondazione, il Movimento per la vita è diventato il grande albero che conosciamo, lo si deve proprio grazie alla lunga e appassionata testimonianza  di Carlo Casini a favore della bellezza e della dignità di ogni vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale. Per questo è importante che Carlo si sia reso disponibile a rimanerci accanto». 

«Sono cosciente – ha continuato Gigli – della grave responsabilità affidatami per la guida di un  movimento che ha saputo largamente rinnovare i suoi vertici. Tutti insieme lavoreremo con impegno, anzitutto per estendere l’opera di prevenzione dell’aborto e di tutela delle gestanti in difficoltà svolta con grande generosità dai volontari degli oltre 650 Centri di aiuto alla vita, movimenti locali e Case di accoglienza sparse in tutta Italia. Continueremo anche ad animare il dibattito culturale e politico, affinché sia riconosciuto il valore di tutto l’uomo e di ogni uomo». 

«Siamo convinti, infatti, che il fondamento ineliminabile per la costruzione di una società più giusta sia il rispetto della vita, soprattutto degli esseri umani più deboli e indifesi, come i nascituri, i disabili e gli anziani». 

«Di fronte alle sfide dell’oggi – conclude Gigli – il Movimento per la vita saprà rinnovare e rafforzare il suo quotidiano impegno nelle periferie di una società in cui sembra prevalere la ‘cultura dello scarto’, assicurando una presenza operosa, che è diventata insieme più difficile e proprio per questo più necessaria».

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ZENIT Staff

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