Nessuno come lui

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 7,40-53

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Lettura

Gli ultimi versetti del settimo capitolo di Giovanni riportano il dibattito accesosi dopo il discorso tenuto da Gesù presso il tempio nell’ultimo giorno della festa della Capanne. Vi sono descritti poi il fallito tentativo di arresto da parte dei capi dei sacerdoti e dei farisei, e la testimonianza delle guardie sulla predicazione di Gesù. Infine, riappare Nicodèmo, il fariseo simpatizzante per il rabbì di Nazaret, che l’Evangelista presenta come «uno dei suoi». Egli ricorda a tutto il collegio dei farisei che non è lecito «giudicare un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa».

Meditazione

Difficilmente la gente ha la stessa visione delle cose. Così è sempre stato. Per alcuni Gesù è il profeta; per altri è il Cristo. I più istruiti tra la folla sanno che il Messia non può venire dalla Galilea perché sta scritto che «dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo». La folla di Gerusalemme è convinta che Gesù sia galileo, che venga da Nazaret; non sa che in realtà egli è nato proprio a Betlemme di Giuda. Conosce la sua parentela, ma non sa che Giuseppe, suo padre, appartiene proprio alla discendenza davidica. Noi invece lo sappiamo grazie a Matteo e a Luca. «Mai un uomo ha parlato così!». È curiosa la testimonianza delle guardie. Inviate dai capi dei sacerdoti e dai farisei per arrestare Gesù, restano affascinate dal suo insegnamento, per cui non riescono a eseguire quel comando. Restano bloccate: non da una folla manifestante, ma dall’autorevolezza e dalla verità delle parole di Gesù. Molte volte nei Vangeli sono proprio i lontani a lasciarsi inquietare da Gesù, a intuire la sua vera identità, a compromettersi per lui: come la Samaritana, il Funzionario regio, il Centurione presso la croce. Può succedere anche a noi di chiuderci al nuovo che viene da Dio perché ci siamo irrigiditi nei nostri schemi, ci siamo chiusi nelle nostre misere conoscenze. La reazione dei farisei è violentissima: «Questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». Spesso le resistenze al cambiamento vengono proprio dall’autorità, anche in ambito ecclesiale oltre che civile, mentre il popolo di Dio, in forza di quel soprannaturale senso religioso che lo Spirito Santo suscita in ogni credente, riesce a intuire la bontà e la verità delle cose nuove, di quell’inedito che Dio ispira.

Preghiera

Perdonami, o Signore, per tutte le volte che non ho ricercato e difeso il grido dei miei fratelli, preferendo la via più facile che si astiene da qualsiasi pensiero e applica, senza riserve, la sorda legge. Fai cadere le mie difese e trasforma il mio essere in «agnello mansueto».

Agire

Lascio da parte le mie aspettative, le intolleranze e tutto ciò che può ostacolare l’ascolto dei miei fratelli. Non mi nascondo dietro a maschere e mi lascio toccare dalla Parola.

Meditazione a cura di mons. Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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