La devozione dei Primi Venerdì e il Venerdì Santo

Ricevere la Comunione nella Celebrazione della Passione di Cristo è più che sufficiente al fine del completamento delle richieste di questa tradizione

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Padre Edward McNamara LC, professore di Liturgia e Decano di Teologia presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, risponde oggi, nella sua consueta rubrica di liturgia, alla seguente domanda:

Sto cercando di completare le nove Messe per la devozione dei Primi Venerdì. Aprile sarebbe il mio mese n°8, ma il Primo Venerdì non c’è Messa, essendo Venerdì Santo. Anche se parteciperò alla liturgia del Venerdì Santo e riceverò anche l’Eucaristia, in che modo questa particolarità influenzerà sulla devozione? Conterà comunque come n°8 o sarà invece il Primo Venerdì di maggio ad essere il n°8? O, anzi, maggio diventerà il n°1, in quanto non c’è stata la Messa? — M.W.

Il nostro lettore si riferisce all’ultima delle cosiddette Dodici Promesse del Sacro Cuore a Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690). Queste promesse sono le seguenti:

“1. Io darò loro tutte le grazie necessarie al loro stato”.

“2. Io consoliderò la pace nelle loro famiglie”.

“3. Io li consolerò in tutte le loro afflizioni”.

“4. Io sarò il loro sicuro rifugio in vita e specialmente in morte”.

“5. Io spanderò le più abbondanti benedizioni sopra tutte le loro imprese”.

“6. I peccatori troveranno nel mio Cuore la fonte e l’oceano infinito della misericordia”.

“7. Le anime tiepide diverranno fervorose”.

“8. Le anime fervorose s’innalzeranno rapidamente a una grande perfezione”.

“9. Io benedirò le case ove l’immagine del mio sacro Cuore sarà esposta e onorata”.

“10. Io darò ai sacerdoti il dono di commuovere i cuori più induriti”.

“11. Le persone che propagheranno questa devozione avranno il loro nome scritto nel mio Cuore e non ne sarà mai cancellato”.

“12. Io prometto nell’eccesso della misericordia del mio Cuore che il mio amore onnipotente concederà a tutti quelli che si comunicheranno il primo venerdì del mese per nove mesi consecutivi la grazia della penitenza finale. Essi non moriranno in mia disgrazia, né senza ricevere i Sacramenti, e il mio Cuore sarà loro rifugio sicuro in quell’ora estrema..

Dal momento che la Promessa n°12 si riferisce al ricevere la Comunione, e non al partecipare alla Messa, credo che si possa tranquillamente dire che il ricevere la Comunione nella Celebrazione della Passione di Cristo del Venerdì Santo è più che sufficiente al fine del completamento delle richieste di questa pratica devozionale. Allo stesso tempo, qualora la Messa sia presente negli altri Primi Venerdì, è sempre preferibile comunicarsi all’interno della Messa, se possibile.

Secondo questa devozione, il Primo Venerdì di ogni mese fu designato da Gesù stesso come consacrato alla venerazione del suo Sacro Cuore, per incrementare il nostro amore per Lui e per fare riparazione alle offese, passate e presenti, nei confronti del Suo amore.

La lista delle dodici Promesse è stata talvolta oggetto di qualche controversia. Esse non si trovano come tali negli scritti di santa Margherita Maria ma sparpagliate in questi stessi scritti in diverse forme e date.

La lista venne tabulata per la prima volta in un libricino pubblicato in francese nel 1863. Nel 1882, un benestante uomo d’affari tedesco-americano di Dayton (Ohio), Philip Kemper, diffuse questa lista in tutto il mondo, stampando un gran numero di cartoline con le Promesse in circa 238 lingue differenti.

Nonostante nel 1895 Kemper abbia ricevuto una benedizione papale dall’allora papa Leo XIII, non tutti furono pienamente d’accordo. Per esempio, il cardinale francese Adolph Perraud (1828-1906) ritenne che le Promesse in forma tabulare fossero diverse dalle parole e dalle espressioni usate da santa Margherita Maria, e che avrebbe preferito che fossero state usate le parole originali. Per esempio, mentre le promesse pubblicate erano in discorso diretto, santa Margherita Maria aveva invece sempre usato il discorso indiretto (“Il nostro Signore mi fece conoscere che avrebbe benedetto le case in cui l’immagine del Suo Cuore…”). L’uso del discorso diretto avrebbe potuto indicare che Gesù le avesse dettate alla veggente, che di solito non è il caso.

In alcuni casi sono state cambiate anche parole. Per esempio, la decima Promessa recita: “Io darò ai sacerdoti il dono di commuovere i cuori più induriti”. Nella sua lettera a padre Giovanni Croiset (circa 1650-1738), che era il suo direttore spirituale e primo biografo, Alacoque scrisse: “Il mio Divin Maestro mi ha fatto conoscere che coloro che lavorano alla salute delle anime, lavoreranno, con successo e conosceranno l’arte di commuovere i cuori più induriti, purché abbiano una tenera devozione al suo sacro Cuore, e s’impegnino a ispirarla e stabilirla ovunque”.

Queste critiche sembrano però non cambiare il senso fondamentale delle Promesse, e specialmente la dodicesima, come appare negli scritti della santa: “Un venerdì durante la santa comunione, Egli, se non sbaglio, mi rivol­se queste parole: Nell’ec­cessiva misericordia del mio Cuore, ti prometto che il suo onnipotente amore accorderà la grazia della penitenza finale a tutti co­loro che faranno la comu­nione per nove primi ve­nerdì del mese consecutivi. Non morranno perciò in mia disgrazia, né senza ri­cevere i loro sacramenti. Il mio Cuore si renderà asilo sicuro in quel supre­mo momento”.

In generale, coloro che promuovono questa devozione appongono le seguenti condizioni o raccomandazioni in modo da evitare che questa santa pratica divenga qualcosa di automatico o “magico”:

(1) che il Nostro Signore ha richiesto che la Comunione sia ricevuta in un giorno particolare da Lui scelto;

(2) che i nove Venerdì siano consecutivi;

(3) che essi siano compiuti in onore del suo Sacro Cuore, il che significa che coloro che fanno i nove Venerdì devono praticare la devozione e avere un grande amore per il Nostro Signore;

(4) che il Nostro Signore non dice che coloro che compiano il nono Venerdì siano dispensati da alcuno dei loro obblighi o dall’esercitare la vigilanza necessaria a condurre una vita onesta e superare la tentazione; piuttosto, Egli implicitamente promette grazie abbondanti a coloro che compiono i nove Venerdì per aiutarsi a portare avanti questi obblighi e a perseverare sino alla fine;

(5) che la perseveranza nel ricevere la Comunione per nove venerdì consecutivi aiuti il fedele ad acquisire l’abitudine della frequente Comunione, la quale il Nostro Signore desidera ardentemente;

(6) che la pratica dei nove Venerdì è molto gradita al Nostro Signore dal momento che ne ha promesso così grande ricompensa, e che tutti i cattolici dovrebbero provare a compiere i nove Venerdì.

[Traduzione dall’inglese a cura di Maria Irene De Maeyer]

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I lettori possono inviare domande all’indirizzo liturgia.zenit@zenit.org. Si chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono.

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Fr. Edward McNamara

Padre Edward McNamara, L.C., è professore di Teologia e direttore spirituale

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