Mamma Teresa con suo figlio Thierry aveva un rapporto non di bella armonia, ma spesso turbato da crisi di scontrosità da parte del piccolo. Un giorno dovette portarlo all’ospedale. E fu costretta a servirsi per il trasporto dell’autobus di linea.
Ad ogni scossone del pullman si riacutizzavano i dolori del piccolo che si risvegliava e piangeva. La mamma se lo riassestava in braccio, dandogli un bacio e sfiorandolo con una carezza.
Il piccolo si acquietava e si riaddormentava. Ma gli scossoni dell’autobus si moltiplicavano, sia per le continue curve, sia per la strada dissestata; si moltiplicavano quindi i risvegli dolorosi seguiti immancabilmente dalle carezze e dai bacetti materni.
Grazie proprio agli scossoni, si è consolidato nel bimbo un rapporto più bello, più sereno e di accresciuta fiducia verso la mamma. Ne è nata una nuova esperienza in famiglia.
Lei, in quel viaggio disagiato, ha trovato l’occasione di profondere sul piccolo tutta la sua tenerezza di mamma e il piccolo ha sperimentato come non mai quanto amore avesse la mamma per lui. E’ il risultato più bello e lusinghiero che ci si potesse aspettare da quel doloroso frangente.
La vita, particolarmente per l’anziano o per il malato, è questo viaggio disagevole su un carrozzone mal molleggiato per strade sconquassate, in circostanze imprevedibili.
Ma, alla fine, emerge una preziosa occasione: un ripetersi sempre più frequente di risvegli dolorosi, seguiti da continui sguardi di fede e di amore verso quel Dio che ci tiene in braccio. Da qui matura un paradisiaco rapporto d’amore e di fiducia.
Anticipo provvidenziale d’una comunione d’amore eterno tra la creatura e il suo creatore.
Ciao da p. Andrea
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