Prima della partenza dell’aereo, ascolto con una certa perplessità le istruzioni per il volo. La prima norma è quella di allacciare le cinture. Diventi un tutt’uno con l’aereo e partecipi al suo destino che è quello di partire, di volare e di arrivare all’aeroporto di destinazione.
Il legarsi con le cinture garantisce stabilità e sicurezza alla persona, la ripara da eventuali scossoni nelle fasi di decollo e di atterraggio o da improvvisi abbassamenti di quota causati da perturbazioni che l’aereo può attraversare.
Ma ciò che risulta strano, direi assurdo, sono le istruzioni che vengono date circa il comportamento da tenere se durante il volo si verificasse la tragica necessità di abbandonare l’aereo: la maschera dell’ossigeno da estrarre, il salvagente da prelevare da sotto il sedile e le varie manovre per indossarlo, le vie luminose da percorrere e le uscite da imboccare.
Pensa all’ipotesi dannata di dover fare queste operazioni a 10.000 metri di altezza, per di più con la raccomandazione di eseguire tutto con calma e senza lasciarsi prendere dall’agitazione.
Abbandonare l’aereo a cui, legato dalla cintura, ti sei affidato e con il quale sei un tutt’uno: un assurdo che insegna.
Ho imparato, anche a mie spese, che la cintura, che pur ti deve legare all’aereo come alle cose di questo mondo, non può meritare la fiducia radicale e assoluta che invece si deve avere unicamente nella Parola di Dio.
Ciao da p. Andrea
Per richiedere copie dei libretti di padre Andrea Panont e per ogni approfondimento si può cliccare qui.