In un impeto scellerato di odio anti-iconoclasta, i jihadisti dell’Isis proseguono la distruzione di antiche vestigia in giro per l’Iraq e specialmente vicino alla città di Mosul. Di ieri la notizia che avrebbero raso al suolo il sito archeologico di Nimrud, l’antica capitale assira. Ma quegli stessi miliziani che agiscono sotto la bandiera nera, nell’area di Tikrit sono costretti alla fuga.
L’ala irachena del movimento sciita libanese Hezbollah ha infatti annunciato di aver conquistato una località 20 chilometri a sud di Tikrit, nel quadro dell’offensiva coordinata con l’esercito iracheno per conquistare la cittadina in mano allo Stato islamico. Le milizie di Hezbollah avrebbero preso possesso di Dor, roccaforte di correnti dell’Islam sunnita e luogo natale di Izzat ad Duri, ex braccio destro del defunto presidente Saddam Hussein.
Contestualmente alla conquista ottenuta da Hezbollah, prosegue l’offensiva dell’esercito iracheno contro i terroristi dell’Isis. Costrette alla fuga per via degli scontri circa 28mila persone. Un portavoce del ministero della Difesa di Baghdad ha detto che due campi per i rifugiati sono già stati allestiti, uno vicino a Samarra, cinquanta chilometri a Sud di Tikrit, e l’altro nel distretto di Sharqi, tra le due città. L’alto comitato iracheno per l’assistenza agli sfollati sta intanto collaborando con l’Onu per inviare aiuti umanitari e medicinali ai rifugiati.
Notizie non incoraggianti per i terroristi islamici giungono anche dalla Siria. Le forze governative di Damasco hanno inferto, secondo quanto riferito dalla Bbc, un duro colpo al Fronte al Nusra, l’altra formazione jihadista attiva nel Paese. Un raid dell’aviazione di Damasco a Salqin, nella provincia di Iblid al confine con la Turchia, ha provocato la morte del leader di al Nusra, Abu Humam al-Shami, e tre vicecomandanti.