Parlando di Papa Francesco, Costalli ha rilevato che i suoi insegnamenti si pongono in continuità dottrinale con quelli dei precedenti Pontefici, anche se il Papa argentino “ha espresso un sentire diverso, ha accentuato aspetti nuovi, ha indicato nuove esigenze di evangelizzazione”.
In merito al tema prescelto, il presidente del Mcl ha spiegato invece che “le principali rivoluzioni in atto passano soprattutto da una revisione, spesso contraria al progetto di Dio, della natura e del ruolo della donna”. Il riferimento è “ai noti pungenti temi della procreazione, della maternità, dell’identità sessuale, del gender, delle ‘nuove famiglie’, della filiazione”.
“Certamente – ha detto Costalli – l’argomento della conciliazione dell’impegno familiare con quello lavorativo rimane un tema caldo anche oggi, ma di secondaria importanza rispetto a quelli più dirompenti della fecondazione eterologa o dell’utero in affitto”.
Per spiegare quanto certe ideologie stiano minacciando il ruolo e l’identità femminile, è intervenuta l’onorevole Eugenia Roccella che ha esordito ricordando una foto postata sui social network in cui due uomini, a torso nudo, festeggiano commossi la nascita di un bambino appena nato. Si tratta di una coppia omosessuale che ha ottenuto un bambino grazie all’utero in affitto.
Nella stessa foto si nota da una parte la mamma vera del bambino, stravolta dal parto, per nulla allegra. Con questa pratica, infatti, ha sottolineato Roccella, “il rapporto unico tra madre e figlio è stato spezzato. L’amore materno cancellato. L’utero in affitto ha fatto sì che la nascita di un bambino o di una bambina da progetto è diventato un prodotto che si fa nei laboratori e si vende al mercato”. “In nome di certi diritti – ha aggiunto – la nascita viene derubricata, la mamma negata, e il ruolo femminile disumanizzato”.
Secondo l’onorevole, certe ideologie stanno “destrutturando l’umano, stravolgendo l’identità e il ruolo della donna che da soggetto sta diventando sempre più oggetto, merce a disposizione del totalitarismo genetico”.
Presente anche mons. Fabiano Longoni, direttore dell’Ufficio della Conferenza Episcopale Italiana per i problemi sociali e il lavoro, il quale, nel suo intervento, ha parlato di umanesimo quale modo per superare la deriva antropologica moderna. Ha quindi fatto riferimento al prossimo convegno nazionale della Cei a Firenze che rifletterà proprio sul tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”.
A concludere l’incontro è stato il presidente dell’Osservatorio Internazionale cardinale Van Thuan, l’arcivescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi, sottolineando quanti rischi si stanno correndo per inseguire utopie che stravolgono il ruolo e l’identità femminile.
Il presule ha rilevato anche che i rappresentanti cattolici in politica sono pochi e divisi. “E’ triste – ha detto – constatare che non si converga ma ci si frantumi. Se non si cambia strada la fede non avrà più’ niente da dire alla politica e la politica si allontanerà definitivamente dalla fede”.
Monsignor Crepaldi ha inoltre ricordato l’appello politico ai cattolici lanciato, attraverso il suo libro, a ricominciare a tessere una alleanza che abbia come fondamento la Dottrina Sociale della Chiesa. Proprio per questo, a settembre prenderà il via a Trieste una scuola di Dottrina Sociale, secondo esperienze simili attivate dalla Cei negli anni ’90.
“Sono iniziative necessarie perché la politica sta discutendo e legiferando su temi che potrebbero stravolgere il genere e le relazioni umane”, ha detto l’arcivescovo. E ha concluso ricordando che “in politica, oggi come ieri si gioca il futuro della società e delle famiglie”.