La Chiesa non è indifferente al "polmone della terra"

La Rete Ecclesiale Panamazzonica opera in difesa delle popolazioni indigene della più grande foresta del mondo, minacciata dalla distruzione e dallo sfruttamento scriteriato delle risorse naturali

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Nata lo scorso settembre, con l’obiettivo di mettere in relazione le realtà diocesane, episcopali e missionarie che operano nell’intero territorio dell’Amazzonia, la Rete Ecclesiale Panamazzonica (REPAM) è stata per la prima volta presentata in Vaticano.

L’iniziativa che attinge in modo sistematico alla Dottrina Sociale della Chiesa, in modo particolare in materia ambientale, ha ricevuto il patrocinio e l’appoggio concreto del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.

Come ha ricordato il presidente di tale dicastero vaticano, il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, intervenendo stamattina presso la Sala Stampa della Santa Sede, la REPAM è un organismo transnazionale, che “lavora in sintonia con la Santa Sede, il CELAM e le sue strutture”.

La Rete Panamazzonica nasce per rispondere a “sfide importanti”, a partire dalla difesa di comunità composte da un totale di oltre 30 milioni di persone, “minacciate dall’inquinamento, dal radicale e rapido cambiamento dell’ecosistema dal quale dipendono, e dalla mancata tutela di fondamentali diritti umani”.

La presentazione della REPAM a Roma è avvenuta con lo scopo di dare più visibilità ad una struttura che intende “diventare uno strumento adoperabile in diversi e fondamentali ambiti, quali: la giustizia, la legalità, la promozione e tutela dei diritti umani; la cooperazione fra Chiesa e Istituzioni pubbliche a vari livelli; la prevenzione e la gestione dei conflitti; lo studio e la diffusione delle informazioni; lo sviluppo economico inclusivo ed equo; l’uso responsabile e solidale delle risorse naturali, nel rispetto del Creato; la preservazione di culture e modi di vita tradizionali di vari popoli”, ha spiegato il cardinale Turkson.

Con un videomessaggio è intervenuto alla conferenza stampa, anche il cardinale Cláudio Hummes, già arcivescovo di San Paolo e prefetto della Congregazione del Clero, oggi presidente della Commissione per l’Amazzonia presso la Conferenza Episcopale Brasiliana.

“Nei nove paesi latino-americani che includono il territorio amazzonico, la Rete vuole unire gli sforzi della Chiesa in favore della custodia responsabile e sostenibile di tutta quella regione, al fine di promuovere il bene integrale, i diritti umani, l’evangelizzazione, lo sviluppo culturale, sociale ed economico del suo popolo, specialmente delle popolazioni indigene”, ha detto il porporato.

Hummes ha poi ricordato l’appello fatto nel luglio 2013 da papa Francesco ai vescovi brasiliani, durante la Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro, quando il Santo Padre affermò che “l’Amazzonia è una verifica decisiva, un banco di prova per la Chiesa e la società”.

Questo immenso e complesso territorio, dove sorge la più estesa foresta del mondo, definita il “polmone della terra”, dunque, richiede più che mai una “Chiesa missionaria, misericordiosa, profetica, vicina a tutta la gente, specialmente ai più poveri, agli esclusi, agli scartati, ai dimenticati e ai feriti”.

La deforestazione dell’immenso bacino amazzonico, ai fini dell’avvio di colture intensive e di impianti di estrazione del petrolio e di altre risorse minerarie, mette a repentaglio non solo l’ambiente naturale ma anche “la dignità e l’autodeterminazione della popolazione, in modo speciale degli indigeni”, ha aggiunto il cardinale Hummes.

Ha poi portato la sua testimonianza monsignor Pedro Ricardo Barreto Jimeno, S.I., Arcivescovo di Huancayo (Perù) e Presidente del Dipartimento Giustizia e Solidarietà del Consiglio Episcopale Latinoamericano, secondo il quale la distruzione delle culture indigene sono in primo luogo una offesa al “Cristo incarnato” e a tutte le persone che abitano il territorio amazzonico.

Proprio per questo la REPAM rappresenta una vera e propria “esperienza di fraternità, una carovana di solidarietà e un pellegrinaggio sacro per rispondere in maniera efficacia ed organica ai clamori del ppoolo amazzonico del presente e del futuro”, ha aggiunto il presule.

Nella Rete Panamazzonica è coinvolta anche Caritas Interntionalis, il cui segretario generale Michel Roy, ha illustrato “la creazione e il sostegno alle reti miranti allo scambio di conoscenze e di esperienze, di collaborazione fraterna” finalizzate a rispondere alla sfida del cambiamento climatico.

“È nostra responsabilità « spegnere i motori » e fermarci – ha detto a tal proposito Roy -. Fermarci dal voler produrre ad ogni costo, dal saccheggiare e distruggere, fermarci dallo spogliare i popoli dell’ambiente che permette loro di vivere, con la loro cultura e le loro ricchezze umane. Essi sono un dono per l’umanità. Bisogna aiutarli a preservarlo”.

È infine intervenuto Mauricio López Oropeza, Segretario Esecutivo della Rete Ecclesiale Panamazzonica, che ha ribadito alcuni degli obiettivi della struttura: la liberazione delle popolazioni amazzoniche, “segno del Regno di Dio”; l’incidenza delle “politiche pubbliche di carattere locale,  nazionale e internazionale” a favore dell’Amazzonia; la riflessione profonda sulla realtà dell’ecosistema, affinché le comunità locali possano trovare insieme soluzioni che “restituiscano dignità alle loro vite”.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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