"Ho invitato il Papa nello Sri Lanka il giorno della sua elezione"

Secondo il cardinale arcivescovo di Colombo, Malcolm Ranjith, la visita di Francesco potrebbe portare una “vera riconciliazione dei cuori” nel paese asiatico

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Lo Sri Lanka è ormai uscito da una guerra durata trent’anni ma ancora è prematuro parlare di pace. Per questo la visita di papa Francesco nel paese asiatico potrebbe portare speranze concrete per una “vera riconciliazione dei cuori”. Lo ha dichiarato il cardinale Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don, arcivescovo di Colombo, in un’intervista rilasciata alla Radio Vaticana.

Il porporato ha sottolineato l’importanza della canonizzazione di Giuseppe Vaz, che sarà presieduta dal Santo Padre il 14 gennaio. Vaz è stato definito dall’arcivescovo di Colombo “il secondo fondatore del cattolicesimo in Sri Lanka perché dopo l’occupazione degli olandesi c’è stata una diminuzione dei cattolici a causa della persecuzione”, in quanto “i cattolici erano sospettati di essere spie dei portoghesi”.

Giunto in Sri Lanka dall’India, Vaz condusse nel paese asiatico una “vita veramente eroica”, trascorrendo anche “due anni in prigione a Kandy” ma riuscendo a “salvare la vita della gente”, ha ricordato Ranjith.

Un momento cruciale della visita del Papa, ha sottolineato il cardinale, sarà l’incontro interreligioso di domani a Colombo. Il dialogo interreligioso nello Sri Lanka, ha spiegato Ranjith, vive di “alti e bassi”, tuttavia “tra la gente semplice, in particolare, non c’è nessun conflitto”; i problemi emergono “quando si politicizza la differenza”.

Nello Sri Lanka, ha proseguito l’arcivescovo di Colombo, il Santo Padre troverà “una Chiesa vivace, molto fedele a Gesù e molto amabile perché la nostra gente sa vivere bene con gli altri”. I cattolici srilankesi (circa il 7% della popolazione), ha aggiunto, intrattengono “buoni rapporti soprattutto con i buddisti, con gli induisti. Questo aiuterà la visita”.

Il cardinale Ranjith ha poi confidato che l’invito a visitare la capitale srilankese è stato rivolto a papa Francesco la sera stessa della sua elezione, il 13 marzo 2013, “poco prima che uscisse a salutare la folla dalla finestra” ed il neoeletto pontefice “ha accettato subito”.

All’atto ufficiale dell’invito, il porporato disse al Santo Padre: “Se lei vuole vedere l’Asia con tutti i suoi problemi e le sue religioni venga in Sri Lanka”. Secondo Ranjith, essendo lo Sri Lanka “un Paese dove la convivenza diventa per noi una sfida, ma anche una possibilità, il Papa doveva venire qui: questa era la mia convinzione”.

All’apprendere la notizia della conferma della visita di Francesco, i cattolici srilankesi si sono mostrati “molto contenti e ancora lo sono. Lo stanno aspettando con molta ansia e gioia e gli daranno una bella accoglienza. Sono sicuro di questo”, ha quindi concluso il porporato.

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ZENIT Staff

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