Napolitano scrive al Papa: "Prioritaria la lotta alla criminalità"

Il presidente della Repubblica italiana ha inviato una lettera al Pontefice in occasione della 48esima giornata mondiale della Pace

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“Deciso deve essere lo sforzo nella lotta alla criminalità nelle sue svariate forme, dallo sfruttamento della prostituzione alla pratica del lavoro nero, dalla corruzione al traffico di esseri umani”. È uno dei passaggi più significativi che il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, dopo il discorso del Pontefice in occasione della 48esima giornata mondiale della Pace.

Napolitano pone inoltre l’accento su quelle che dovrebbero essere le priorità delle forze politiche: scuola, lavoro ed economia. “Spetta alle istituzioni e ai governi – scrive l’inquilino del Quirinale – agire sulle cause sociali ed economiche che portano alcuni esseri umani ad abusare di altri, attraverso forme di costrizione fisica e psicologica mentre, sul piano politico, l’attenzione deve essere rivolta in primo luogo allepolitiche del lavoro e all’istruzione, che costituiscono gli strumenti fondamentali per costruire una società più giusta e rispettosa dell’uomo”.

Altro tema di scottante attualità è la corruzione, sul quale Napolitano dice di condividere le preoccupazioni del Santo Padre, così come “l’ammirazione” e “la gratitudine” per “l’enorme lavoro silenzioso” delle “tante associazioni di volontariato, sia religiose che laiche”, attive in questi campi. “La loro quotidiana fatica deve costituire uno sprone per i responsabili della vita politica – afferma il presidente della Repubblica – affinchè si impegnino al loro fianco per garantire a tutti condizioni di vita migliori”.

Il capo di Stato conclude la sua lettera parlando della globalizzazione. Si legge: “A conclusione di questa rapida riflessione mi permetta, Santità, di condividere il Suo invito a trasformare il fenomeno, per molti aspetti controverso, della globalizzazione in una forza positiva e coinvolgente ‘di solidarietà e di fratellanza’, che possa avvicinare soggetti diversi e non contribuire invece a rendere ancor più difficili da colmare le disparità economiche e le divaricazioni sociali oggi esistenti”.

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ZENIT Staff

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