Papa Francesco vola in Turchia per “rafforzare i legami di amicizia, di collaborazione, di dialogo” tra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa e “per esprimere preoccupazione per la situazione e la sorte di tanti fratelli cristiani che si trovano in condizioni di difficoltà e di persecuzione, soprattutto nella regione del Medio Oriente”. Lo spiega il segretario di Stato della Santa Sede, il card. Pietro Parolin, in un’intervista al Centro Televisivo Vaticano.
A proposito di possibili soluzioni alle crisi del Medio Oriente, il segretario di Stato pone al primo posto la deposizione delle armi e l’avvio di un dialogo. “È impensabile che ci possa essere una soluzione armata, che ci possa essere una soluzione unilaterale, imposta con la forza da parte di qualcuno”. La Santa Sede – ha ribadito il card. Parolin – lo ha sempre detto: “La soluzione non può che essere regionale, comprensiva, tenendo conto degli interessi e delle aspettative di ognuna delle parti coinvolte. Purtroppo, in questi giorni assistiamo anche a un ulteriore deterioramento della situazione in Terra Santa”.
Violenze che in passato hanno investito anche la comunità cristiana della Turchia. Il Papa – ha detto il card. Parolin – vorrà rivolgere “una sollecitudine” alla Chiesa locale, “una piccola Chiesa che negli anni passati è stata anche testimone di episodi dolorosissimi di violenza, ma che persevera nella sua missione, testimoniare una presenza, per assicurare questo dialogo con l’Islam, che è molto importante”.