Si è concluso oggi, a Salerno, il convegno «Invocheranno il nome dell’Eterno concordemente uniti. Prospettive sul re-incontro tra ebrei e cristiani», organizzato dall’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (Unedi).
Obiettivo delle tre giornate di studio, confronto e preghiera è stato rimettere il dialogo tra ebraismo e cristianesimo al centro dell’attenzione, affinché diventi la normalità della vita di due popoli che grazie alla loro fede hanno ancora molto da dirsi.
L’incontro – riferisce L’Osservatore Romano – ha radunato vescovi, rabbini, teologi e studiosi provenienti da Italia, Nord America, Israele e Francia. Ad aprire i lavori è stato mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza Episcopale italiana, il quale ha ricordato come la concorde invocazione dell’Eterno sia “una sfida e un’attesa, una meta verso cui sentirsi incamminati, ma anche una possibilità da annunciare: siamo tutti chiamati a credere che sia realmente possibile rivolgersi all’Altissimo concordemente uniti”.
Siamo tutti chiamati a cercare “il profumo di una fraternità sincera e rispettosa e che sappia gioire della ‘sinfonia’ delle differenze”, ha affermato il presule. E citando il rabbino Amos Luzzatto, ha aggiunto: “Se concreto deve essere il dialogo, concreta deve essere anche la comune invocazione all’Eterno; una concretezza che si fa carico della sofferenza che sta segnando in maniera insopportabile la vita di tanti nostri fratelli a causa della persecuzione patita e che continuano a patire in diverse parti del mondo a opera dell’autoproclamatosi califfato islamico, ma anche a opera di chi pensa di poter impunemente esercitare un potere arrogante su altri fratelli, privandoli della libertà”.
Sono seguiti gli interventi di monsignor Mansueto Bianchi, presidente della Commissione Episcopale per l’ecumenismo e il dialogo, e di don Cristiano Bettega, direttore dell’Unedi. Ai lavori hanno partecipato anche l’arcivescovo Bruno Forte, membro della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo, il vescovo di Livorno (sede di una delle comunità ebraiche più importanti d’Italia), Simone Giusti, il rabbino David Rosen, direttore degli affari interreligiosi dell’American Jewish Committee, il vescovo Brian Farrell, segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’unità dei cristiani, e il rabbino Giuseppe Laras, presidente del Tribunale rabbinico del Centro-Nord Italia.
Presente anche il rabbino Irving Yitzhaq Greenberg, del National Jewish Center for Learning and Leadership, il quale ha sottolineato che “è tempo di riconoscere ciò che abbiamo in comune”. Gli ha fatto eco Rosen, membro della Commissione bilaterale delle delegazioni del Gran rabbinato d’Israele e della Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con l’ebraismo, rimarcando “la comprensione costruttiva” dell’attuale fase di dialogo.