Centrafrica: liberato il missionario polacco rapito ad ottobre

Don Mateusz Dziedzic, della diocesi di Tarnow, era stato sequestrato a Baboua, il 12-13 ottobre, durante una irruzione dei ribelli legati a Abdoulaye Miskine

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Padre Mateusz Dziedzic, il sacerdote “fidei donum” polacco della diocesi di Tarnow, rapito a metà ottobre nella parte occidentale del Centrafrica, è stato liberato oggi, mercoledì 26 novembre. Finisce quindi il calvario del giovane missionario durato circa due mesi, da quando cioè, nella notte tra il 12 e il 13 ottobre, otto uomini armati legati al leader ribelle Abdoulaye Miskine, lo avevano sequestrato durante un’irruzione a Baboua, nella Repubblica Centrafricana. 

Don Dziedzic – riferisce il sito Jeune Afrique – è stato accolto oggi prima in macchina per poi essere trasferito via terra a Yaoundé, da dove volerà verso Brazzaville entro questa sera. Lì sarà ricevuto dal mediatore nella crisi dell’Africa centrale, Denis Sassou Nguesso.

Il mandante del suo rapimento, Miskine, ex alleato della ribellione di Seleka, è stato arrestato l’anno scorso al confine tra Camerun e la Repubblica Centrafricana, e da allora è detenuto in Camerun. Il suo gruppo, il Fronte Democratico del Popolo Centrafricano (FDPC) è già stato coinvolto in diversi rapimenti. E per ottenere la liberazione del loro leader ha sequestrato da tempo diverse persone per chiedere poi un ‘baratto’. Miskine, anche se in carcere, era rimasto tuttavia in contatto costante con i suoi uomini.

L’ex ministro della Repubblica Centrafricana, Karim Meckassoua, dalla capitale camerunese, ha giocato un ruolo fondamentale nel rilascio del missionario. I negoziati sono stati portati avanti dalle autorità di Polonia (una unità di crisi è stata immediatamente istituita), Camerun (soprattutto dal segretario generale della Presidenza, Ferdinand Ngoh Ngoh) e Congo. 

Durante la sua detenzione, padre Mateusz era riuscito a contattare la Missione Cattolica della diocesi di Bouar e ricevere cibo e medicine.

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ZENIT Staff

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