Vicinanza della Chiesa al mondo della pesca

Il card. Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti, rivolge un appello in occasione della Giornata Mondiale della Pesca

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In occasione della Giornata Mondiale della Pesca, il Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e Itineranti rivolge – attraverso un messaggio del presidente, card. Antonio Maria Vegliò – un appello all’Apostolato del Mare nazionale e locale affinché “si rinnovi l’impegno per stabilire una presenza significativa nei porti di pesca e si sviluppino programmi specifici volti a rendere i pescatori e le loro famiglie parte integrante della comunità cristiana locale, dando loro l’opportunità di esprimersi e di presentare le loro esigenze senza essere isolati”.

Ricordando che “la pesca è riconosciuta come una delle professioni più pericolose al mondo, con centinaia di vite perse in mare ogni anno e molte più coinvolte in incidenti sul lavoro”, il porporato ha spiegato che “una volta ratificata, la Convenzione sul Lavoro nel Settore della Pesca (2007) C188, adottata in occasione della 96aConferenza Internazionale del Lavoro dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), rappresenterà uno strumento utile, se non per sradicare completamente queste condizioni, almeno per migliorarle apportando protezione e benefici maggiori”.

La Convenzione entrerà in vigore 12 mesi dopo che l’avranno ratificata dieci Stati membri, otto dei quali costieri. Ad oggi, la Convenzione sul Lavoro nel Settore della Pesca, 2007 (n° 188), è stata ratificata dai seguenti Paesi: Argentina, Bosnia-Erzegovina, Congo, Marocco e Sudafrica. “È necessario che l’Apostolato del Mare – ha proseguito il card. Vegliò – in tutto il mondo continui a insistere a livello regionale e nazionale per la sua ratifica. Dovrebbero essere organizzati incontri, simposi e gruppi di studio per informare, illustrare ed esporre ai governanti, ai pescatori e alle organizzazioni di pescatori la struttura e il contenuto della Convenzione e farla ratificare. Fino a quando questo obiettivo non sarà raggiunto, i pescatori continueranno ad essere maltrattati e sfruttati e a morire in mare”.

Il presidente del Pontificio Consiglio ha inoltre sottolineato che “i nostri oceani e le loro risorse sono sottoposti ad una pressione senza precedenti. Un rapporto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao) dichiara che il 30% degli stock di pesce del mondo sono attualmente sfruttati in eccesso, sono esauriti o in fase di ricostituzione”.

“Tutto ciò – ha proseguito – è dovuto ad una serie di fattori quali: la cattura accidentale di alcune specie (mammiferi marini, uccelli marini, tartarughe, ecc.) ad opera delle attrezzature di pesca e il fatto che gli scarti del pescato vengono ributtati in mare perché ne è vietata la vendita o non hanno sono valore commerciale. La pesca a strascico in particolare, ha anche un impatto diretto sull’habitat in cui essa avviene. A tutto ciò dobbiamo aggiungere i cambiamenti climatici, la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN), l’inquinamento e l’uso di dinamite e cianuro”.

Infine, il card. Vegliò ha precisato che “da tempo immemorabile, la pesca è stata fonte di nutrimento per l’umanità e ha apportato un contributo fondamentale alle economie dei Paesi di pesca, dando impiego a milioni di persone in tutto il mondo e nutrendone milioni di altri. Tuttavia, poiché abbiamo raggiunto una situazione critica, è necessario praticare una pesca responsabile e rispettare la natura; il rischio è che in un prossimo avvenire, le numerose comunità costiere la cui sopravvivenza e la cui economia dipendono dalla pesca, perderanno la loro fonte di sussistenza. Come ci ricorda Papa Francesco: Questa è una delle più grandi sfide della nostra epoca: convertirci ad uno sviluppo che sappia rispettare il creato. </em>[…] Questo è il peccato nostro: di sfruttare la terra e non lasciare che lei ci dia quello che ha dentro, con il nostro aiuto della coltivazione[1]”.

In conclusione, il card. Vegliò si è rivolto alla Vergine Maria, “spesso pregata e invocata con diversi appellativi dai pescatori e dalle loro famiglie”, affinché “continui ad estendere la sua materna protezione a tutte le comunità di pesca e a sostenere i cappellani e i volontari dell’AM impegnati in questo apostolato”.

***

[1] Papa Francesco, Incontro con il mondo del lavoro e dell’industria, Aula Magna dell’Università degli Studi del Molise (Campobasso), 5 luglio 2014

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ZENIT Staff

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