La Caritas loda la convenzione sui diritti dei lavoratori domestici

Convenzione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro sul tema

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ROMA, venerdì, 17 giugno 2011 (ZENIT.org).- Per Caritas Internationalis, un nuovo trattato adottato dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) è una pietra miliare nella difesa di milioni di lavoratori domestici in tutto il mondo.

Governi, datori di lavoro e organizzazioni che si sono incontrati alla 100ma conferenza dell’OIL a Ginevra hanno votato questo giovedì per approvare la Convenzione sui Lavoratori Domestici e un’ulteriore raccomandazione.

Con il nuovo strumento legale internazionale, i lavoratori domestici avranno diritti come quello alla tutela sociale, a giorni di riposo e a ferie annuali, a contrattazione collettiva e difesa dagli abusi.

La Caritas ha condotto una campagna per migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori domestici attraverso l’adozione di questa Convenzione. Con l’iniziativa “Sotto uno stesso tetto, sotto una stessa legge, uguali diritti per i lavoratori domestici migranti”, l’organizzazione ha sottolineato in primo luogo la dignità dei lavoratori domestici e il rispetto che bisogna avere nei loro confronti.

Il Direttore per le Politiche Martina Liebsch ha affermato che “pur lavorando così vicino alla vita familiare, nelle case, e occupandosi dei bambini o degli anziani, i lavoratori domestici non sono trattati bene, mentre meritano il nostro rispetto”.

“La Convenzione sui Lavoratori Domestici beneficerà la vita di milioni di persone in tutto il mondo. I Governi hanno finalmente riconosciuto che i lavoratori domestici hanno gli stessi diritti lavorativi di chiunque altro. E’ una pietra miliare nell’abbattere i pregiudizi che affrontano ogni giorno, soprattutto i lavoratori domestici migranti”.

“La Caritas seguirà la ratifica e l’implementazione della Convenzione. Dobbiamo vedere queste parole materializzarsi in buone pratiche, nell’offerta di condizioni di lavoro degne e di una difesa efficace da abuso e sfruttamento”.

La Caritas sottolinea anche l’inclusione dell’accesso a un meccanismo di rimostranze per i lavoratori domestici e il loro diritto alla contrattazione collettiva e alla libertà di associazione come elementi fondamentali dell’accordo.

La previsione dei meccanismi di rimostranze, osserva l’organizzazione, avrebbe più vigore se ai lavoratori domestici migranti venisse data la possibilità di restare nel Paese di impiego mentre viene analizzata la loro denuncia.

Un altro punto importante della Convenzione è rappresentato dalle misure per prevenire abuso e sfruttamento da parte delle agenzie di reclutamento private, delle quali la Caritas ha chiesto il monitoraggio visto che alcune fanno profitti truffando i lavoratori domestici e chiedendo loro alte provvigioni per ottenere un lavoro. Questa pratica fa indebitare i lavoratori migranti ancor prima di iniziare a lavorare in un Paese straniero.

L’OIL afferma che in base alle statistiche nazionali lo scorso anno c’erano 52,6 milioni di lavoratori domestici, ma crede che una cifra più realistica sia 100 milioni.

Molti lavoratori domestici, soprattutto migranti, subiscono condizioni lavorative irregolari, sfruttamento, abuso e sono oggetto di traffico. In molti Paesi in cui ci sono norme inadeguate che regolamentano il lavoro domestico non hanno i mezzi per difendersi.

La Convenzione sui Lavoratori Domestici diventerà effettiva con la ratifica da parte di soli due Paesi. Gli Stati possono scegliere di non firmare, ma la Caritas crede che questo provvedimento darà ai suoi sostenitori una base per persuadere i Governi a ratificare.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione