Serve una “mobilitazione delle coscienze” nel presente per frenare l'ondata di persecuzioni contro i cristiani e le minoranze religiose del mondo. E serve una memoria forte che sia rivolta al recente passato per rammentare l'orrore dei genocidi in modo da spingere la comunità internazionale a porre fine alle brutalità dello Stato Islamico.

Così mons. Bernardito Auza nel suo intervento - ripreso dalla Radio Vaticana - pronunciato al Simposio sulle protezione delle minoranze religiose, svoltosi in questi giorni all’Onu di New York. L’Osservatore vaticano al Palazzo di Vetro ha ripreso l’appello di Papa Francesco per ribadire che la Santa Sede chiede “decisioni coraggiose” alle Nazioni Unite per applicare a livello “multilaterale” la “responsabilità di proteggere i popoli da un genocidio, dalla pulizia etnica, dai crimini contro l’umanità e da ogni forma di ingiusta aggressione”. Sono queste, secondo il presule, aperte violazioni dei diritti fondamentali che “come tali vanno affrontate”.

In particolare si è rivolto ai leader religiosi che - ha detto - hanno una grande responsabilità nel promuovere il dialogo interreligioso, sconfiggere l'intolleranza e denunciare ogni “uso della religione per giustificare l’estremismo”.

Soffermandosi sulla situazione dei cristiani e delle minoranze perseguitate dai terroristi dell’Is in Siria e Iraq, mons. Auza ha quindi rimarcato: “La loro intolleranza e gli atti brutali in nome della religione parlano eloquentemente del terribile danno che la distorsione della religione può fare alle persone e alla stessa religione”.