"Convertire l'accettazione sociale dell'aborto in rifiuto sociale"

Nel discorso d’apertura dell’assemblea plenaria della Conferenza episcopale spagnola, si è tornato a parlare dell’importanza di difendere la vita umana in tutte le sue fasi

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Il tema dell’aborto è stato al centro del discorso con cui mons. Ricardo Blázquez Pérez, presidente della Conferenza episcopale spagnola, ha aperto l’assemblea plenaria, ieri a Madrid. L’interruzione di gravidanza continua del resto a riscaldare il dibattito in Spagna, dopo il ritiro da parte del Governo del disegno di legge dell’ex ministro Ruiz-Gallardón che avrebbe posto alcuni limiti all’attuale, permissiva norma approvata ai tempi di Zapatero.

Aborto la cui accettazione sociale mons. Blázquez Pérez non ha esitato a definire – mutuando il filosofo Julián Marías – “uno dei fatti più gravi del nostro tempo”. Secondo quanto riporta l’Osservatore Romano, il presidente della Conferenza episcopale ha sottolineato la necessità di “lavorare affinché questa accettazione sociale si converta in rifiuto sociale”.

In tal senso ritiene fondamentale l’aiuto di quelle “espressioni sociali che rappresentano le convinzioni dei cittadini che vogliono costruire in modo pienamente democratico una società giusta e libera nella quale la vita umana è protetta in tutte le sue fasi”. Poiché – ha aggiunto – “senza aborti provocati, la società sarà moralmente molto più pulita. Nessuno ha il diritto di decidere chi deve nascere e chi deve essere tagliato”.

Pertanto, la Conferenza episcopale rinnova “il messaggio e l’impegno della Chiesa nel difendere sempre il valore sacro e inviolabile della vita umana dal concepimento fino al tramonto, e in tutte le situazioni e circostanze. Vogliamo tutelare la vita dei più vulnerabili, fra i quali troviamo i bambini concepiti e non nati”, nonché i poveri e gli esclusi. Mons. Blázquez Pérez si è quindi servito dei risultati conseguiti dalla scienza, la quale oggi “insegna che a partire dal concepimento esiste un terzo essere umano distinto dai genitori. Non è un tumore, ma un figlio”. Di qui il suo augurio affinché “quanto prima venga cambiata la legge in modo efficace, nel senso di difendere la vita dei bambini in arrivo e di aiutare le madri a portare a termine la gravidanza”.

Del resto le legge – ha precisato il presidente dell’episcopato – “sono necessarie ma il loro vincolo personale deve essere rafforzato con la coscienza etica. Anche se nessuno è testimone delle nostre azioni, non possiamo far passare sotto silenzio la chiamata a evitare il male e a fare il bene, non possiamo nasconderci alla luce della coscienza o liberarci del dovere di non tradire la nostra dignità personale”.

Condotta morale, onestà, rispetto per gli altri, servizio al bene comune, solidarietà sono i capisaldi che consentono alla nostra società di non “degradarsi”. Mons. Blázquez Pérez ha osservato infine che “senza valori morali, ci coglie il disagio contemplando il presente e il dolore pianificando il futuro”.

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ZENIT Staff

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