"Bisogna far valere le ragioni della dignità umana di fronte alle rigidità della burocrazia"

Incontrando i partecipanti al Congresso mondiale dei commercialisti, il Papa esorta a svolgere il proprio lavoro con onestà e saggezza, perché dietro ogni carta c’é una storia

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Ai professionisti di finanza e questioni economiche Bergoglio parla chiaro: “Oggi siamo di fronte alla drammatica realtà di tante persone che hanno un’occupazione precaria, o che l’hanno perduta; di tante famiglie che ne pagano le conseguenze; di tanti giovani in cerca di un primo impiego e di un lavoro dignitoso. Sono numerosi coloro, specialmente immigrati, che, costretti a lavorare ‘in nero’, mancano delle più elementari garanzie giuridiche ed economiche”.

Questa cruda analisi dell’attuale contesto socio-economico il Papa la condivide con i partecipanti al Congresso mondiale dei commercialisti, ricevuti questa mattina in Aula Paolo VI. Il Pontefice ricorda che la loro professione “è un servizio alla collettività” e che, in mezzo alle discussioni sul futuro e sulle esperienze nei diversi Paesi, l’incontro con il Successore di Pietro “richiama al Vangelo di Gesù Cristo, come fonte perenne di ispirazione per il rinnovamento personale e sociale”.

Si concentra poi sulla questione lavoro, che la situazione contingente, fatta di disoccupazione e assenza di garanzie lavorative, rende alquanto “pressante”. In quest’ottica, dice Francesco, “è forte la tentazione di difendere il proprio interesse senza preoccuparsi del bene comune, senza badare troppo alla giustizia e alla legalità”.

Pertanto è richiesto a tutti, “specialmente a quanti esercitano una professione che ha a che fare con il buon funzionamento della vita economica di un Paese”, “di giocare un ruolo positivo, costruttivo, nel quotidiano svolgimento del proprio lavoro, sapendo che dietro ogni carta c’è una storia, ci sono dei volti”.

A maggior ragione il professionista cristiano, chiamato ad attingere ogni giorno dalla preghiera e dalla Parola di Dio “la forza anzitutto per fare bene il proprio dovere, con competenza e saggezza”. Costui, spiega il Santo Padre, “deve ‘andare oltre’”, ovvero “incontro alla persona in difficoltà” ed “esercitare quella creatività che permette di trovare soluzioni in situazioni bloccate; far valere le ragioni della dignità umana di fronte alle rigidità della burocrazia”.

Bisogna infatti rimettere al centro l’uomo e la sua dignità, e contrastare quelle dinamiche “che tendono ad omologare tutto e pongono al vertice il denaro”.  “Quando il denaro diventa il fine e la ragione di ogni attività e iniziativa”, avverte infatti il Papa, prevalgono “l’ottica utilitaristica e le logiche selvagge del profitto”, a discapito “dei valori della solidarietà e del rispetto per la persona umana”.

Allora, quanti operano nell’economia e nella finanza, sono chiamati a scelte “che favoriscano il benessere sociale ed economico dell’intera umanità, offrendo a tutti l’opportunità di realizzare il proprio sviluppo”. In particolare i commercialisti, che con la loro attività si affiancano alle aziende, ma anche alle famiglie e ai singoli, per offrire consulenza.

L’incoraggiamento del Pontefice è “ad operare sempre responsabilmente, favorendo rapporti di lealtà, di giustizia e, se possibile, di fraternità, affrontando con coraggio soprattutto i problemi dei più deboli e dei più poveri”.

“Non basta dare risposte concrete ad interrogativi economici e materiali”, sottolinea Francesco, “occorre suscitare e coltivare un’etica dell’economia, della finanza e del lavoro”, che tenga vivo il valore della solidarietà “come atteggiamento morale, espressione dell’attenzione all’altro in ogni sua legittima esigenza”.

Anzi, insiste il Pontefice, “se vogliamo consegnare migliorato, alle generazioni future, il patrimonio ambientale, economico, culturale e sociale che abbiamo ereditato, siamo chiamati ad assumerci la responsabilità di operare per una globalizzazione della solidarietà”. Perché è grazie a questo principio, insieme a quello della sussidiarietà, che “i processi vanno a servizio dell’uomo e cresce la giustizia, senza la quale non ci può essere pace vera e duratura”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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