La "trasfigurazione" della Cappella Sistina

I nuovi impianti di illuminazione e climatizzazione daranno nuova linfa vitale al capolavoro michelangiolesco

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La Cappella Sistina così non si era mai vista. Uomini, angeli, sibille e profeti, Dio Padre che crea il cielo e la terra, Adamo ed Eva sulla volta, Cristo che si erge con il braccio alzato nella parete centrale, la maestosità della Vergine e la bruttezza terribile di Caron dimonio, la disperazione dei dannati sullo sfondo azzurro lapislazzuli, fino allo splendore dei paesaggi che si stagliano a contorno degli episodi delle vite di Mosé e di Gesù: circa 2250 mq di superfici affrescate si rivelano sotto una nuova luce nitida, naturale, omogenea, in un equilibrio climatico perfetto.

Era l’aprile 1994 quando, per l’inaugurazione del restauro degli affreschi, opera di Fabio Mancinelli e Gianluigi Colalucci, San Giovanni Paolo II disse queste parole, guardando il Giudizio Universale: “Cristo, dalla Cappella Sistina, esprime in se stesso l’intero mistero della visibilità dell’invisibile”: invisibile che, ora più che mai, appare in tutta la sua magnificenza appena si entra nella ‘cappella magna’, condensato tutto insieme in un unico luogo: nella volta con al centro la creazione dell’uomo e della donna, nelle pareti con la vita di Gesù e quella di Mosè, nell’affresco absidale con la prospettiva della gloria futura. “Le verità della nostra fede ci parlano qui da ogni parte – aveva detto Woityla – da esse il genio umano ha tratto la sua ispirazione, impegnandosi a rivestirle di forme di ineguagliabile bellezza”.

“La Cappella Sistina è proprio il Santuario della teologia del corpo umano. Nel rendere testimonianza della bellezza dell’uomo creato da Dio come maschio e femmina, essa esprime anche, in un certo modo, la speranza di un mondo trasfigurato, il mondo inaugurato da Cristo risorto”, concludeva il santo pontefice, che si esprimeva così sui tesori dipinti conservati nella cappella: “Difficile non riconoscere nel visibile e umanizzato Creatore” di Michelangelo “il Dio rivestito di maestà infinita. Per quanto l’immagine con i suoi limiti intrinseci consente, qui si è detto tutto ciò che era dicibile”.

Così, in onore ai vent’anni dalla conclusione degli ultimi restauri della Sistina, i Musei Vaticani hanno presentato i nuovi impianti di climatizzazione e di illuminazione: più di duecento le testate giornalistiche che da tutto il mondo hanno partecipato ieri sera alla visione in anteprima dei nuovi impianti alla presenza della squadra speciale che si è occupata dei lavori.

“Il principio base è stato quello di dare luce, cercando di non far percepire da dove viene la luce”, ha dichiarato il direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci.

Ci sono voluti tre anni di lunghi e impegnativi studi, durante i quali l’equipe degli studiosi, grazie alla collaborazione tra i Musei Vaticani e le aziende Carrier e Osram, hanno messo a punto anche un impianto di climatizzazione, in linea con le più avanzate tecnologie; telecamere conta-persone e sensori di rilevamento dell’umidità e della temperatura sono ora in grado di ‘neutralizzare’ i rischi prodotti dal massiccio incremento dei visitatori negli ultimi anni (cinque milioni e mezzo solo nel 2013): ricambio d’aria insufficiente e permanenza nell’aria di polveri e di un’alta concentrazione di anidride carbonica.

L’impianto LED 4 Art – questo il nome del nuovo progetto – ha trasfigurato infine le pitture michelangiolesche, applicando ben 7000 LED installati a 12 metri di altezza, per ricreare un effetto naturale proveniente dalle finestre.

“Saranno gli affreschi di Michelangelo e degli altri autori a ringraziarci”, ha commentato il direttore dei Musei Vaticani, mentre fino a domani si prosegue presso l’Auditorium Conciliazione con le giornate del Convegno Internazionale La Cappella Sistina venti anni dopo. Nuovo respiro nuova luce, dedicato alla salute degli affreschi della Sistina, alla loro conservazione e alla loro fruizione.

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Maria Gabriella Filippi

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