Poveri, lavoro, terra, violenza, problemi abitativi, ambiente. Su queste tracce si snoderà l’Incontro mondiale dei movimenti popolari, che si terrà a Roma dal 27 al 29 ottobre, organizzato dalla Pontificia Accademia delle scienze sociali in collaborazione con i dirigenti dei diversi movimenti.
Presentato stamane in Sala Stampa vaticana, l’evento è segno della volontà della Chiesa di “fare propri i bisogni e le aspirazioni dei movimenti popolari e unirsi a coloro che, attraverso iniziative diverse, stanno compiendo ogni sforzo per stimolare un cambiamento sociale verso un mondo più giusto”, come ha spiegato stamane il cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace.
Ma, soprattutto, l’evento nasce su desiderio di Francesco: “Per la prima volta un Papa convoca i leader dei movimenti sociali per un incontro”, ha sottolineato il cardinale Turkson; una iniziativa inedita, quindi, ma “significativa” per un Pontificato incentrato da sempre sulla urgenza di “uscire” per andare verso le periferie, per stare vicino ai deboli, gli esclusi, gli emarginati e per rispondere al loro “grido di giustizia”.
“Quello che è essenziale – ha rimarcato Turkson – è anzitutto ascoltare con umiltà, non solo riguardo alle sofferenze, ma anche alle aspettative, alle speranze e alle proposte che nutrono gli stessi emarginati”. Essi, ha soggiunto, “devono diventare i protagonisti della loro vita, non essere semplicemente destinatari passivi della carità o dei programmi di qualcun altro” ed essere coinvolti nei necessari cambiamenti economici e sociali, politici e culturali.
Il riferimento del presidente del Dicastero “Giustizia e Pace” è in particolare per i lavoratori precari e dell’economia informale, i migranti, gli indigeni, i contadini senza terra, i poveri, i disoccupati, gli abitanti di zone periferiche. Tutti questi – circa un centinaio – saranno a Roma lunedì prossimo, accompagnati da vescovi e agenti pastorali, per stare a tu per tu con il Successore di Pietro.
E sarà proprio il pensiero del Papa ad animare i diversi colloqui e interventi di questa tre giorni di “dialogo” tra Chiesa e movimenti di base. In particolare, la “Evangelii Gaudium” guiderà le riflessioni su temi come “alloggio, lavoro, terra, violenza e ambiente”.
L’incontro si concluderà poi con una dichiarazione finale e “l’istituzione di un Consiglio dei movimenti del popolo per coordinare le istanze a livello globale”, ha spiegato dall’avvocato argentino Juan Grabois, amico di Bergoglio sin dai tempi dell’arcivescovato a Buenos Aires, durante il quale riuscì a ottenere da lui il riconoscimento legale del movimento dei “cartoneros”.
L’obiettivo è “costruire una prospettiva di cambiamento”, ha detto il legale. Tutto con l’appoggio di Francesco, che “ci chiama oggi nuovamente, ma da una prospettiva universale, ai poveri organizzati in mille movimenti, affinché combattiamo senza superbia ma con coraggio, senza violenza ma con tenacia, senza risentimenti ma con un sentimento profondo di amore per il prossimo e soprattutto per il più debole”.
“Crediamo che terra, alloggio e lavoro siano diritti umani fondamentali. Abbiamo fiducia che potremo ottenerli organizzandoci, lavorando e lottando. Ringraziamo profondamente Papa Francesco, perché ci sostiene” ha affermato Grabois.
Sulla stessa linea mons. Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, che, durante la conferenza stampa, ha ribadito che “fintantoché non si risolvono radicalmente i problemi dei poveri, rinunciando all’autonomia assoluta dei mercati e alla speculazione finanziaria, e attaccando le cause strutturali dell’iniquità, non si risolveranno i problemi del mondo e, in definitiva, nessun problema. L’iniquità è la radice di tutti i mali sociali”.