Per Teresa d'Avila "la vera santità è la gioia"

Il messaggio di papa Francesco in vista del quinto centenario della nascita della mistica carmelitana

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In occasione del quinto centenario della nascita di Santa Teresa d’Avila – che cadrà il prossimo 28 marzo – papa Francesco ha inviato uno speciale messaggio al vescovo della città spagnola, monsignor Jesus Garcia Burillo.

L’avvicinarsi dell’anniversario ha spinto il Santo Padre a volgere lo sguardo “a quella città per rendere grazie a Dio per il dono di questa grande donna e incoraggiare i fedeli dell’amata diocesi di Ávila e tutti gli spagnoli a conoscere la storia di questa insigne fondatrice, come pure a leggere i suoi libri”.

L’esempio della “santa camminatrice” ci spinge a “essere pellegrini”, ha spiegato il Papa. Teresa, infatti, “intese la vita come un cammino di perfezione lungo il quale Dio conduce l’uomo, di mansione in mansione, fino a Lui e, allo stesso tempo, lo mette in viaggio verso gli uomini”.

La santa spagnola percorse in particolare quattro cammini: “quelli della gioia, della preghiera, della fraternità e del proprio tempo”.

Teresa d’Avila invitava le sue monache a “procedere con letizia”, poiché “la vera santità è la gioia”. In questa santa “contempliamo il Dio che, essendo «sovrana Maestà, eterna Sapienza» (Poesia 2), si rivela vicino e compagno e prova gioia a conversare con gli uomini: Dio si rallegra con noi”.

Sentendo in se stessa l’amore di Dio, Teresa provava “una gioia contagiosa che non poteva dissimulare e che trasmetteva attorno a sé. Questa gioia è un cammino che bisogna percorrere per tutta la vita. Non è istantanea, superficiale, tumultuosa”, né si può raggiungere “con la scorciatoia facile che evita la rinuncia, la sofferenza o la croce”.

Il Vangelo, ha proseguito il Pontefice, “non è un sacco di piombo che si trascina pesantemente, ma una fonte di gioia che colma di Dio il cuore e lo spinge a servire i fratelli!”.

Il secondo cammino di Teresa d’Avila, quello della preghiera, non era inteso come “un modo di fuggire”, né di “isolarsi”, bensì di “avanzare in un’amicizia che quanto più cresce tanto più si entra in contatto con il Signore”.

L’essenza del pregare non è nel “molto pensare” ma nel “molto amare” e nel “nel volgere gli occhi per guardare chi non smette di guardarci amorevolmente e di sopportarci pazientemente”. Questi consigli della santa sono di “perenne attualità”, ha commentato Francesco.

Rivolto in modo particolare alle persone consacrate, il Papa ha detto: “In una cultura del provvisorio, vivete la fedeltà del «sempre, sempre, sempre» (Vita 1, 4); in un mondo senza speranza, mostrate la fecondità di un «cuore innamorato» (Poesia 5), E in una società con tanti idoli siate testimoni che «solo Dio basta» (Poesia 9)”.

C’è poi il cammino della “fraternità” che fu la “risposta provvidenziale” di Santa Teresa “ai problemi della Chiesa e della società del suo tempo”, attraverso la fondazione di “piccole comunità di donne” riunite nel nome di Gesù Cristo, con tre scopi: “amarsi molto gli uni gli altri, distaccarsi da tutto e vera umiltà”.

A tal proposito, papa Francesco ha auspicato, per il nostro tempo, “delle comunità cristiane più fraterne dove si faccia questo cammino: procedere nella verità dell’umiltà che ci libera da noi stessi per amare di più e meglio gli altri, soprattutto i più poveri!”.

Il Santo Padre ha proseguito la lettera, rievocando la “esperienza mistica” che non separò Teresa né “dal mondo né dalle preoccupazioni della gente”. La santa carmelitana “visse le difficoltà del suo tempo — tanto complicato — senza cedere alla tentazione del lamento amaro, ma piuttosto accettandole nella fede come un’opportunità per fare un passo avanti nel cammino”.

Assumendo che “la preghiera vince il pessimismo e genera buone iniziative”, Teresa si fa fautrice del “realismo dell’amore umile”, contrapposto a un “ascetismo affannoso”.

“Quando il mondo arde – ha commentato il Papa – non si può perdere tempo in affari di poca importanza. Magari contagiasse tutti questa santa fretta di uscire a percorrere i cammini del nostro tempo, con il Vangelo in mano e lo Spirito nel cuore!”.

Santa Teresa d’Avila concluse la sua vita terrena dicendo: “È tempo di camminare!”. Parole che “sono la sintesi della sua vita e diventano per noi, soprattutto per la famiglia carmelitana, per i suoi concittadini e per tutti gli spagnoli, una preziosa eredità da conservare e da arricchire”, ha quindi concluso il Pontefice.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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