Duemila miliardi di euro di alimenti vengono sprecati ogni anno nel mondo. E’ una cifra drammatica, soprattutto se si considera l’emergenza fame, quella che emerge dallo studio Food Wastage Footprint ralizzato dalla Fao, l’organizzazione dell’Onu per l’alimentazione, in vista della Giornata mondiale dell’agricoltura che si celebra questo giovedì 16 ottobre.
Nella cifra, la Fao comprende anche i costi nascosti dello spreco di cibo: sfruttamento inutile delle risorse, inquinamento generato dallo spreco, costi per cambiamenti climatici e inquinamento delle falde acquifere, inclusi costi per conflitti nel mondo, per controllo delle risorse naturali e fondi pubblici per la produzione di cibo che non raggiungerà le tavole. Metà del totale, comunque, rappresenta lo spreco di cibo in quanto tale.
Nello studio emerge pure come specialmente nei Paesi ricchi, ogni anno viene gettato via il 30 per cento della produzione mondiale di cibo. A ciò si aggiungono gli evidenti aspetti sanitari, con la contrapposizione tra le aree del mondo nelle quali si muore di fame e quelle dove la principale causa di morte è al contrario un’alimentazione eccessiva o sregolata.
Riguardo a questo problema – riferisce L’Osservatore Romano – i Paesi aderenti alla Fao e quelli appartenenti all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) hanno raggiunto, dopo lunghi negoziati, un accordo su una Dichiarazione politica e un Quadro operativo volontario che comprende oltre cinquanta raccomandazioni volte a garantire a tutti l’accesso a un’alimentazione più sana. Entrambi verranno adottati durante la seconda Conferenza internazionale sulla nutrizione che si terrà a Roma dal 19 al 21 novembre per iniziativa appunto della Fao e dell’Oms.