Condividendo la “paterna sollecitudine del Santo Padre”, i padri sinodali, partecipanti alla III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, hanno espresso la loro “profonda vicinanza a tutte le famiglie che soffrono a causa dei numerosi conflitti in corso”.
In un breve messaggio, i padri sinodali hanno elevato al Signore la loro “supplica per le famiglie irachene e siriane, costrette, a causa della fede cristiana che professano o dell’appartenenza ad altre comunità etniche o religiose, ad abbandonare tutto e a fuggire verso un futuro privo di ogni certezza”.
Facendo proprie le parole di papa Francesco che, lo scorso 21 settembre a Tirana ribadiva che “nessuno può usare il nome di Dio per commettere violenza” e che “uccidere in nome di Dio è un grande sacrilegio”, i padri sinodali hanno invitato “le persone di buona volontà ad offrire la necessaria assistenza e l’aiuto alle vittime innocenti della barbarie in atto” e, allo stesso tempo, hanno chiesto “alla Comunità internazionale di adoperarsi per ristabilire la convivenza pacifica in Iraq, in Siria e in tutto il Medio Oriente”.
Il pensiero dei padri sinodali va anche “alle famiglie lacerate e sofferenti nelle altre parti del mondo, che subiscono persistenti violenze”. A tali famiglie, essi hanno assicurato la loro “costante preghiera perché il Signore misericordioso converta i cuori e doni pace e stabilità a quanti ora sono nella prova”.
Il messaggio si conclude con l’auspicio che “la Santa Famiglia di Nazareth che ha patito la «via dolorosa dell’esilio» (Angelus, 29 dicembre 2013) faccia di ogni famiglia, «comunità di amore e di riconciliazione» (ibid.), una sorgente di speranza per il mondo intero”.