Omofobia: salta il ddl nella Provincia di Trento

A seguito della presentazione di 1500 emendamenti da parte della minoranza, il provvedimento è slittato all’inizio del prossimo anno

Share this Entry

Il ddl contro l’omofobia in discussione al Consiglio Provinciale di Trento è stato rinviato all’inizio del prossimo anno. Lo ha annunciato il presidente della Provincia Autonoma, Ugo Rossi, dopo una sospensione della seduta, spiegando che è necessario “dare la precedenza ad altri disegni di legge importanti, come la riforma delle comunità di valle e legge di stabilità”.

La decisione è stata presa anche a seguito della dura opposizione della minoranza di centrodestra che, presentando oltre 1500 emendamenti ha sostanzialmente reso impossibile la discussione della bozza. Ha votato contro la maggioranza un consigliere del PD, mentre un altro del M5S si è astenuto.

Più di tre quarti degli emendamenti (circa 1200) sono stati presentati dal consigliere d’opposizione Rodolfo Borga (Civica Trentina). Secondo quanto riferito sul proprio sito, tale gruppo consiliare contesta l’esistenza di un reale “problema omofobia” nella Provincia e rimanda la sanzione di “deprecabili casi di violenza, verbale e fisica” a danno di persone omossessuali, alla normativa penale vigente.

Il disegno di legge, inoltre “non chiarisce in alcun modo cosa s’intenda per discriminazione, cosicché è agevole prevedere che nell’applicare la legge si considereranno come discriminanti la convinzione per cui la famiglia è solo quella costituita da un uomo e da una donna e quella per cui un bambino ha il diritto, che nessun legislatore può negare, di avere un padre ed una madre”, si legge ancora sul sito del gruppo consiliare, il quale lancia anche l’allarme in merito alla possibilità che le iniziative di propaganda dell’ideologia del gender siano diffuse nelle scuole senza informare i genitori e senza il loro previo consenso.

Il disegno di legge di iniziativa popolare sulle Disposizioni per il contrasto alle discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale, dall’identità di genere o dall’intersessualità era stato presentato lo scorso gennaio e introduce la categoria di “identità di genere” come “identificazione primaria di ogni persona come maschio o femmina o altro, indipendentemente dall’attribuzione del sesso biologico”.

La bozza prevede anche il concetto di “co-genitore”, ovvero colui che coopera con il genitore legale svolgendo “socialmente” e de facto il ruolo di genitore.

Nel testo sono infine incluse forme di sostegno a programmi educativi alla sessualità e alla affettività, rivolti ai giovani e con informazioni sulle varie tecniche contraccettive, oltre che a programmi informativi indirizzati al personale provinciale.

A dispetto di come è stato presentato, il ddl non menziona alcuna definizione di “discriminazione omofobica”.

Share this Entry

Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione