«L’altro è nel bisogno e noi abbiamo bisogno dell’altro». Le parole con cui Roberto Fontolan ha aperto l’incontro L’immigrazione e il bisogno dell’altro: Italia, Europa e mondo, che si è tenuto ieri mattina al Meeting di Rimini, hanno subito richiamato l’attenzione sul fatto che il bisogno non è a senso unico.
Non è solo il bisogno di chi viene a bussare alle nostre frontiere, neppure noi possiamo fare a meno del confronto con l’altro, con chi ci troviamo davanti per motivi complessi e lontani.
A parlare di una situazione che oggi più che mai chiama all’azione l’Italia, l’Europa e il mondo intero, personaggi coinvolti con questa emergenza a diverso titolo: l’Ammiraglio Giuseppe De Giorgi, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare; Sandro Gozi, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per le Politiche e gli Affari europei; Mons. Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale; Mons. Silvano Maria Tomasi, Osservatore permanente della Santa Sede per le Nazioni Unite e Carla Trammino, presidente dell’Associazione AccoglieRete per la tutela dei MSNA.
Interventi che, affrontando il problema da angolature diverse, hanno permesso una visione complessa di un problema complesso. L’operazione Mare Nostrum, presentata dall’Ammiraglio De Giorgi che dell’operazione è a capo, ha mostrato un Paese «che non si è girato dall’altra parte», di fronte a una crisi che si stava svolgendo sotto ai suoi occhi.
L’Italia ha reagito con la generosità che le è propria e che spesso le fa tirare fuori il meglio proprio nei momenti di emergenza. Un’operazione che, ha spiegato l’Ammiraglio, oltre ad aver portato assistenza a più di 113.000 migranti, sta aiutando a combattere chi si arricchisce alle spalle di questo mercato di morte, con l’arresto di 230 scafisti.
Contrariamente alle tante critiche che affermano il contrario, contribuisce a limitare l’immigrazione clandestina nel nostro Paese, in quanto il 99% dei migranti in questo modo viene intercettato prima dell’arrivo sulle nostre coste. È chiaro però che l’Italia non può assumersi l’onere di questo impegno da sola. Di fronte a una tale emergenza, ha concluso De Giorgi «la comunità internazionale si deve muovere per agire».
Questo punto è stato richiamato anche dal Sottosegretario Sandro Gozi, che, in conferenza stampa, ha sottolineato il suo totale accordo con le recenti dichiarazioni del ministro Alfano circa la necessità che la Comunità Europea non ignori la crisi.
«L’Europa è nata per dire basta con l’indifferenza che aveva portato agli orrori della Seconda Guerra Mondiale», aveva detto il Sottosegretario durante l’incontro «se l’Europa vuole veramente dimostrare di non essere solo un’unione di contabili, deve assumersi delle responsabilità».
E questo lo può fare «sacrificando l’interesse immediato per porre al centro una visione», come hanno fatto coloro che l’hanno voluta con tenacia e costruita con fatica.
«Ma per affermare un’azione congiunta – ha concluso Gozi – c’è bisogno che i Paesi si fidino l’un l’altro». Ancora una volta torna a galla il bisogno dell’altro, la necessità di aprirsi al confronto per condividere i bisogni, ma allo stesso tempo moltiplicare le risorse.
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Sintesi interventi di monsignor Pennisi e monsignor Silvani: