L’Ordine di Sant’Agostino, nella memoria liturgica del suo padre spirituale, il prossimo 28 agosto, ricorda con particolare attenzione la sua presenza ininterrotta in Nigeria da 75 anni e lo fa con una grande concelebrazione eucaristica nel paese africano, a Jos, Plateau State, presieduta dall’arcivescovo di Jos Monsignor Ignatius Ayau Kaigama, Presidente della Conferenza Episcopale di Nigeria. Fra i concelebranti, altri presuli del paese fra cui il vescovo agostiniano di Kaduna, il Padre Provinciale agostiniano della Nigeria Padre John Abubakar, i Padri provinciali agostiniani d’Italia, Irlanda, Inghilterra, Congo, l’assistente generale dell’Ordine per l’Africa Padre Edward Daleng. Al termine della S.Messa a cui si prevede grande partecipazione dei fedeli, verrà inaugurata dall’arcivescovo monsignor Kaigama la nuova scuola secondaria, la St. Monica’s Academy.
“La presenza agostiniana in Nigeria risale al 1938 quando tre agostiniani anglosassoni, due irlandesi e uno inglese, hanno iniziato ad evangelizzare la zona di Adamawa, dove oggi abbiamo il grande problema di Boko Haram” spiega il Priore Provinciale della Nigeria Padre John Abumakar. La fondazione della provincia agostiniana, che si estende al di là del territorio nazionale nigeriano, avviene negli anni settanta del secolo scorso quando il processo avviato dai frati agostiniani europei di far crescere sempre di vocazioni autoctone ha dato i suoi frutti: “Prima c’erano circa 50 frati irlandesi che operavano in Nigeria, oggi la loro presenza è davvero minima a fronte di un’ottantina di frati agostiniani nigeriani. Come provincia abbiamo 25 case, tre case di formazione e una grande scuola, circa 20 comunità dove lavoriamo”. L’attività dei frati agostiniani riguarda anche la formazione del clero locale, soprattutto nel nord della Nigeria con la fondazione del seminario maggiore, la gestione delle parrocchie e l’insegnamento.
La presenza in Nigeria è oggi particolarmente difficile: “In alcune zone il contatto con la popolazione è difficile, penso ad esempio a una zona a noi molto cara, Maiduguri, dove particolarmente forte è la presenza di Boko Haram che qui è nato. A Maiduguri nella nostra chiesa di sant’Agostino è difficile celebrare la S.Messa senza sicurezza, senza la presenza di soldati. Hanno bruciato questa chiesa due volte ma grazie all’assistenza ricevuta l’abbiamo ricostruita. A Kaduna, un terrorista in una macchina ha tentato di entrare nella chiesa di santa Rita, altra chiesa agostiniana e circa una decina di persone sono morte. A Kano, dove il vescovo monsignor John Niyiring è agostiniano, abbiamo una chiesa… Sono posti proprio difficili perché non puoi muoverti come vuoi, viaggiare o predicare. In questi posti sono pochi ormai quelli che hanno coraggio di andare in chiesa. Sono tempi difficili per il lavoro pastorale”.
Sulla natura di questi problemi ci sono diverse spiegazioni. Continua Padre John: “Sono nigeriano con radici musulmane, sono cresciuto a Kaduna che è luogo a prevalenza musulmana. La mia esperienza con i musulmani era buona prima di Boko Haram. Ci sono tanti musulmani buoni in Nigeria. Viviamo insieme in pace ma so che il Governo deve fare di più per proteggere la popolazione e comprare le cose necessarie perché il nord, dove abbiamo questo problema, è la zona più povera del paese e dove mancano le scuole… c’è una radice sociale e economica dove si inseriscono motivazioni politiche: fanno leva sul malcontento per raggiungere un risultato. Le scuole… non è solo questione di mandare soldati a combattere quel gruppo, dobbiamo fare di più in termini di promozione umana”.
La presenza agostiniana in Nigeria è senza soluzioni di continuità anche se la realtà in certe zone non è facile per i religiosi che non possono neppure portare l’abito. “A Jos dove vivo non è un problema perché ci sono più cristiani ma a Kano e a Maiduguri non è facile” sottolinea Padre Abumakar che però ricorda con grande affetto il forte legame con la popolazione che deriva proprio dal carisma agostiniano: “Abbiamo come agostiniani un rapporto forte con la popolazione in tutte le parrocchie dove siamo presenti grazie alla nostra spiritualità, che conta molto sulla vita comunitaria. È il grande dono che sant’Agostino ci ha dato, una qualità proprio africana secondo me perché da noi è molto facile condividere sia problemi che doni: da noi è naturale non solo chiedere ma dare. La Nigeria è un paese molto religioso: abbiamo chiese, ad esempio chiese come Abuja dove ci sono più di 10000 persone ogni domenica… le chiese sono ancora piene di gente”.
Infine una considerazione del Priore provinciale della Nigeria sui rapporti fra cristiani e musulmani: “Dobbiamo cercare di lavorare insieme perché dobbiamo cercare di capire ciò che questi terroristi vogliono ottenere. Vogliono creare problemi per dividere il paese fra nord e sud, ma ciò è impossibile perché anche al nord ci sono cristiani e non possono spostarsi. Sono terroristi che cercano di creare problemi, è possibile che abbiano ucciso più musulmani che cristiani… dobbiamo cercare di capire bene la mentalità di questi terroristi. Non è un problema di carattere religioso. A Kaduna, Kano, Maiduguri, viviamo in pace da sempre con i musulmani. Questa è una nuova realtà che non appartiene ai musulmani nigeriani”.