Ucraina, festa nazionale tra guerra, proclami e messaggi di pace

Il presidente ucraino annuncia ingenti investimenti per il riarmo, mentre a Donetsk viene bombardata una chiesa e il patriarca Kirill porge un ramoscello d’ulivo

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I segnali che arrivano dall’Ucraina non lasciano intravedere segnali di pace. Pompa magna per le strade di Kiev nel giorno in cui il Paese ha festeggiato la sua indipendenza, avvenuta nel 1991 dopo lo sfaldamento dell’Unione Sovietica. Mai negli ultimi ventitré anni il governo ucraino aveva organizzato una celebrazione così sfarzosa. Soprattutto, mai un presidente ucraino aveva enunciato proclami come quelli che Petro Poroshenko ha intonato ieri, sotto una pioggia battente.

“Fra il 2015 e il 2017 – ha promesso il presidente ucraino – stanzieremo oltre 2,2 miliardi di euro per il riarmo”. Considerando la grave crisi economica che stanno attraversando le casse di Kiev, resta tuttavia un mistero capire dove verranno attinte queste ingenti risorse. Ciò che invece appare fin troppo chiaro è che le nuvole nere sopra il Paese faticano a dirimersi.

Nella regione di Donetsk, nell’est dell’Ucraina, si è registrato ieri un bombardamento ai danni di una chiesa nel corso di una Messa. Almeno tre sarebbero le vittime, come rende noto la Chiesa ortodossa ucraina subordinata al Patriarcato di Mosca. “La chiesa è totalmente distrutta. Tre persone sono morte” e molte ferite, si legge sul sito internet locale della chiesa. Un altro bombardamento, sempre nella giornata di ieri, ha colpito un ospedale provocando la morte di due persone.

E mentre, nella città di Donetsk, decine di soldati dell’esercito ucraino catturati dai separatisti venivano fatti sfilare per le strade e messi al ludibrio della popolazione, il patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill ha provato a porgere un ramoscello d’ulivo.

Nel giorno dell’indipendenza dell’Ucraina, come riporta La Voce della Russia, Kirill ha inviato un messaggio al presidente ucraino Poroshenko pregandolo di fare tutto il possibile per una rapida fine allo spargimento di sangue nel sud-est del Paese. Secondo il Patriarca, proprio l’Ucraina è custode ed erede degli insegnamenti di Vladimir I di Kiev il Battista. “Ecco perché il suo popolo è tenuto ad essere nel mondo un esempio di vita pia e devota”, ritiene Kirill.

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ZENIT Staff

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