“Tolstoj il grido e le risposte”, allestita dal 24 al 30 agosto al Meeting nel padiglione A5 della Fiera di Rimini, è una mostra che nasce dal desiderio di presentare l’uomo, lo scrittore e il pensatore, di dialogare con lui, di comprendere l’attualità di una posizione umana che ha fatto e continua a far discutere. L’esposizione è stata presentata oggi al Meeting negli spazi Eni Caffè Letterario A3 da Valentina Alekseeva, conservatrice del museo Tolstoj di Mosca e da Giovanna Parravicini della Fondazione Russia cristiana. Ha introdotto l’incontro Francesco Braschi, dottore incaricato della Biblioteca ambrosiana.
La Alekseeva, dopo essersi complimentata per la professionalità dimostrata dai curatori della mostra, ha ricordato che “a cent’anni dalla morte il mondo ha ancora bisogno di tornare alle problematiche sollevate dallo scrittore russo, in quanto lo scopo del suo pensiero non è quello di dare risposte definitive ma aprire domande su di noi”. Il moderatore ha sottolineato inoltre che la mostra è nata grazie alla collaborazione di vari studenti di scuole superiori. I contenuti più importanti verranno poi ripresi nei lavori del convegno annuale di Russia cristiana in programma a novembre a Milano.
Giovanna Parravicini nel suo intervento ha proposto un parallelo fra il titolo del Meeting e il messaggio del pensatore russo: “Le periferie non sono solo dei luoghi ma anche persone”. “Tutti noi – ha spiegato la relatrice – siamo lontani da noi stessi, ma abbiamo uno strumento infallibile, il cuore, capace di riconoscere il mistero”. Tolstoj sosteneva che “perché un uomo possa vivere, egli deve, o non vedere l’infinito, oppure avere una spiegazione del senso della vita tale per cui il finito venga eguagliato all’infinito”. In questo senso la mostra vuole instaurare un dialogo fra il cuore del visitatore e il pensatore russo, così come le sue opere erano un dialogo vivente con gli uomini ai lui contemporanei.
In Tolstoj emerge il dramma dell’uomo moderno, figlio del razionalismo ma anche incapace di piegarsi e accettare il “tu” di Cristo, nonostante la percezione di un mistero inspiegabile della vita. Ecco perché lo scrittore russo per certe sue domande esistenziali e per alcune impressionanti affermazioni può essere accostato a Leopardi.
“Il grande fascino da lui esercitato sui contemporanei – ha concluso Parravicini – si spiega con la capacità di scandagliare le periferie dell’esistenza e di suscitare la domanda: di che cosa vivono gli uomini? I personaggi non si dividono in buoni e cattivi, ma in vivi e morti, cioè persone rese vive da una Presenza più intima ad essi di loro stessi. Il “grande eretico” Tolstoj nella sua drammatica testimonianza di lotta con se stesso è stato all’origine di infinite conversioni in persone di tutto il mondo, giunte all’incontro con Cristo attraverso lui e le sue opere.